Ugo Foscolo e la sua visione materialista dell'universo si svelano attraverso opere come 'Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis' e i 'Sonetti'. Il poeta affronta temi come l'amore, la bellezza, la morte e il culto dei morti, cercando un significato nella vita attraverso l'arte e la poesia.
Ugo Foscolo, influenzato dal pensiero di Lucrezio e dai meccanicisti, adotta una visione materialista dell'universo, interpretato come un eterno ciclo di creazione e distruzione, privo di interventi divini. Questa prospettiva, che esclude la spiritualità, lo porta a confrontarsi con un senso di vuoto esistenziale e una profonda angoscia. Per contrastare questo vuoto, Foscolo si affida alle "illusioni", concetti quali bellezza, arte, amore e valore, che pur essendo prodotti della mente umana, danno significato alla vita. La poesia diventa il veicolo attraverso cui queste illusioni vengono perpetuate, creando una "religione delle illusioni" che si oppone alla natura, vista come un meccanismo crudele e privo di senso. Al contrario, la storia umana è il dominio dove l'uomo può esprimere i propri valori e dare un senso alla propria esistenza.
"Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis": struttura e tematiche
"Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis" è un romanzo epistolare che riflette la tendenza letteraria dell'epoca e permette a Foscolo di utilizzare la forma del monologo interiore. Ambientato nel contesto storico seguito al trattato di Campoformio, il romanzo segue le vicende di Jacopo Ortis, un giovane patriota veneziano in esilio, e il suo amore non corrisposto per Teresa, fidanzata con un altro uomo. L'opera, influenzata da "I dolori del giovane Werther" di Goethe e "La Nouvelle Héloïse" di Rousseau, affronta temi come l'amore e la sofferenza in maniera originale. L'atmosfera preromantica e la struttura epistolare sono influenzate anche da Ossian e Laurence Sterne. La figura di Lorenzo, destinatario delle lettere, serve da intermediario tra il lettore e Jacopo, permettendo di narrare il suicidio del protagonista senza un'eccessiva immedesimazione emotiva.
La bellezza e l'armonia nei "Sonetti" di Foscolo
Nei "Sonetti", Foscolo indaga il concetto di bellezza come manifestazione di un ordine armonioso celato nel caos dell'esistenza, in sintonia con i principi neoclassici. I primi otto sonetti, che riflettono temi autobiografici simili a quelli dell'Ortis, sono seguiti da quattro sonetti composti a Milano che si allontanano da questa impostazione personale. Opere come "Alla sera", "Alla musa", "A Zacinto" e "In morte del fratello Giovanni" trattano temi universali quali la morte, l'esilio e la condizione umana. "Alla sera" in particolare rappresenta una sintesi del pensiero foscoliano, esprimendo il conflitto tra l'individuo e il mondo e il desiderio di pace. La forma rigida del sonetto è utilizzata da Foscolo per dare ordine al tumulto emotivo, cercando un equilibrio tra la forma classica e il contenuto emotivo.
"Dei Sepolcri": un carme sulla memoria e il culto dei morti
"Dei Sepolcri" è un carme che si sviluppa attraverso un'argomentazione coerente e si rivolge a Ippolito Pindemonte. Foscolo vi tratta il tema del culto dei morti e della memoria, in risposta all'editto di Saint-Cloud che imponeva regole sui cimiteri e le sepolture. Il carme si divide in quattro parti: l'importanza del sepolcro come legame emotivo per i vivi, come simbolo di civiltà, come ispirazione per azioni nobili e come mezzo per la poesia che eternizza. Foscolo difende il valore dei sepolcri, contrapponendosi a Pindemonte, e celebra la poesia come strumento per superare l'oblio del tempo. Il carme riflette le influenze culturali del pensiero foscoliano, inclusi l'illuminismo e il materialismo meccanicistico, e sottolinea l'importanza del rapporto tra i defunti e i vivi.
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