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Il Movimento per l'Indipendenza dell'India

Il risveglio politico dell'India del XX secolo e la figura di Gandhi sono centrali nella lotta per l'indipendenza. La non violenza, la marcia del sale e il boicottaggio dei prodotti britannici hanno definito il movimento che ha portato all'indipendenza nel 1947.

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1

Risveglio politico e culturale in India inizio XX secolo

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Congresso Nazionale Indiano e Lega Musulmana rappresentano indù e musulmani. Lottano contro il dominio britannico, ma differenze religiose creano divisioni.

2

Contributo indiano nella Prima Guerra Mondiale

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Indian support to British war effort with expectation of autonomy, but hopes dashed by Rowlatt Act.

3

Effetti del Rowlatt Act diversi dalle proteste

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Estensione misure emergenza, detenzioni senza processo, crescente malcontento popolare, ma non specifiche proteste.

4

Nel contesto di resistenza in India, ______ divenne una figura chiave del movimento indipendentista.

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Mohandas Karamchand Gandhi

5

Guida di Gandhi al Congresso Nazionale Indiano

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1920, Gandhi diventa leader, promuove non cooperazione e autosufficienza contro il dominio britannico.

6

Boicottaggio tessuti britannici

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Gandhi incita all'uso di tessuti fatti in casa e all'arcolaio come simbolo di resistenza economica.

7

Emancipazione donne e lotta discriminazione caste

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Gandhi enfatizza l'importanza dell'uguaglianza di genere e la fine della discriminazione delle caste, inclusi gli intoccabili.

8

La marcia del sale, partita da ______ Ashram e conclusasi a ______, consisteva nel percorrere 240 miglia per estrarre sale in modo illegale.

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Sabarmati Dandi

9

Movimento indipendentista indiano

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Pressione per l'indipendenza dall'Impero britannico, guidato da figure come Gandhi e Nehru.

10

Metodo di resistenza di Gandhi

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Impegno per una lotta non violenta contro il dominio britannico.

11

Conseguenza del movimento indipendentista

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Ottenimento dell'indipendenza dell'India nel 1947.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il Risveglio Politico dell'India e la Spaccatura Religiosa

All'inizio del XX secolo, l'India britannica assisteva a un crescente risveglio politico e culturale, con il Congresso Nazionale Indiano e la Lega Musulmana che emergevano come rappresentanti delle aspirazioni delle comunità indù e musulmane, rispettivamente. Sebbene entrambe le organizzazioni avessero l'obiettivo comune di porre fine al dominio coloniale britannico, le differenze religiose e sociali portarono a una crescente divisione. Durante la Prima Guerra Mondiale, gli indiani contribuirono significativamente allo sforzo bellico britannico, sperando in cambio di ottenere maggiore autonomia. Tuttavia, le aspettative furono deluse dal Rowlatt Act del 1919, che estendeva le misure di emergenza e permetteva la detenzione senza processo, provocando un'ondata di proteste in tutta l'India.
Uomo anziano in dhoti bianco con bastone cammina tra folla colorata in spazio aperto, riflesso di un momento storico pacifico.

L'Ascesa di Gandhi e la Filosofia della Non Violenza

In questo clima di disillusione e resistenza, Mohandas Karamchand Gandhi emerse come una figura centrale nel movimento per l'indipendenza indiana. Formatosi politicamente in Sudafrica, dove lottò contro le leggi discriminatorie, Gandhi introdusse in India il concetto di satyagraha, ovvero la resistenza non violenta basata sulla forza della verità. Dopo il massacro di Amritsar nel 1919, in cui truppe britanniche aprirono il fuoco su una folla inerme, uccidendo centinaia di persone, Gandhi condannò la violenza e intensificò la sua campagna per l'indipendenza attraverso mezzi pacifici, guadagnandosi il rispetto e l'affetto del popolo indiano, che lo soprannominò affettuosamente "Mahatma", che significa "grande anima".

La Campagna di Non Cooperazione e l'Indipendenza Economica

Gandhi assunse la guida del Congresso Nazionale Indiano nel 1920 e lanciò una campagna di non cooperazione che mirava a boicottare le istituzioni e i prodotti britannici. La campagna promuoveva l'autosufficienza economica attraverso il boicottaggio dei tessuti britannici e l'incoraggiamento all'uso di tessuti fatti in casa, simboleggiati dall'arcolaio, e l'adozione del dhoti, un indumento tradizionale indiano. Gandhi sottolineò anche l'importanza dell'emancipazione delle donne e la lotta contro la discriminazione delle caste, in particolare degli intoccabili. Tuttavia, la campagna fu sospesa nel 1922 dopo un episodio di violenza a Chauri Chaura, che contraddiceva i principi di non violenza. Gandhi fu arrestato e condannato a sei anni di carcere, ma fu rilasciato dopo due anni per motivi di salute.

La Marcia del Sale e la Disobbedienza Civile

Nel 1930, Gandhi inaugurò una nuova fase di disobbedienza civile con la marcia del sale, una protesta contro il monopolio britannico sul sale. La marcia, che partì da Sabarmati Ashram e terminò a Dandi, vide Gandhi e migliaia di seguaci percorrere 240 miglia per produrre sale illegalmente dalle acque del mare, sfidando apertamente la legge britannica. Questo atto di sfida pacifica ebbe un'enorme risonanza e portò a una campagna di disobbedienza civile su larga scala. Nonostante l'arresto di Gandhi e di migliaia di altri attivisti, il movimento per l'indipendenza guadagnò slancio e attenzione internazionale.

Verso l'Autonomia: La Costituzione del 1935 e il Futuro dell'India

In risposta alla crescente pressione del movimento indipendentista, il governo britannico promulgò il Government of India Act nel 1935, che prevedeva un'espansione dell'autonomia provinciale e un sistema di governo federale. Tuttavia, il Congresso Nazionale Indiano, guidato da figure come Gandhi e Jawaharlal Nehru, considerò queste riforme inadeguate e continuò a lottare per l'indipendenza completa. La determinazione di Gandhi e il suo impegno per una resistenza non violenta continuarono a ispirare il movimento indipendentista, che avrebbe infine portato l'India all'indipendenza nel 1947.