Cesare Beccaria, con 'Dei delitti e delle pene', ha influenzato la riforma del diritto penale illuminista, opponendosi alla tortura e sostenendo la presunzione di innocenza e un processo equo. Le sue idee hanno gettato le basi per un sistema giuridico più giusto e umano, enfatizzando la necessità di pene proporzionate e rieducative.
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Beccaria sostiene la necessità di un processo equo in cui l'imputato sia considerato innocente fino a prova contraria
Beccaria critica il sistema inquisitorio segreto e la mancanza di trasparenza e di garanzie per l'accusato
Beccaria propone un modello giudiziario con un giudice imparziale e un processo pubblico basato sul libero convincimento
Beccaria pone l'accento sulla presunzione di innocenza come diritto inalienabile dell'individuo
Beccaria condanna l'uso della tortura come pratica crudele e inaffidabile
Beccaria propone l'eliminazione della tortura e delle prove legali gerarchizzate, favorendo un approccio giudiziario basato sulla dignità umana e sull'accurata valutazione delle prove
Beccaria suggerisce l'introduzione del libero convincimento del giudice al posto del rigido sistema delle prove legali
Beccaria immagina un processo in cui il giudice, assistito da giurati selezionati casualmente, valuti le prove con obiettività
Il nuovo sistema proposto da Beccaria ridurrebbe la dipendenza dalla confessione e renderebbe superflua la tortura
Beccaria esplora il rapporto tra giustizia e utilità, sottolineando l'importanza che le pene siano non solo utili ma anche giuste e necessarie
Pur essendo influenzato dall'utilitarismo, Beccaria insiste sull'importanza dell'umanità e della proporzionalità delle pene
Beccaria afferma che le pene devono avere una funzione rieducativa e preventiva, oltre che retributiva, e che la legge deve garantire la sicurezza sociale nel rispetto dei diritti individuali