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Ironia e contrasti in "I Promessi Sposi"

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L'apertura del secondo capitolo de 'I Promessi Sposi' mette in luce l'ironia di Manzoni e il contrasto tra don Abbondio e Renzo, evidenziando le differenze socio-culturali e i temi dell'egoismo e della manipolazione.

Ironia e anacronismo nell'apertura del secondo capitolo

L'apertura del secondo capitolo de "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni è caratterizzata da un uso sapiente dell'ironia. Il narratore introduce la figura di don Abbondio, parroco di un piccolo villaggio lombardo, contrapponendola con umorismo alla grandiosità di un condottiero. Questo paragone esagerato serve a magnificare in chiave ironica l'evento minore che vede protagonista don Abbondio, quasi a paragonarlo alle gesta storiche di grandi principi. L'anacronismo emerge quando il narratore fa riferimento alla battaglia di Rocroi, avvenuta nel 1643, ben quindici anni dopo il periodo in cui si svolge la vicenda narrata, che è il 1628. Questo scarto temporale non è un errore, ma una scelta stilistica che crea un effetto di distanziamento e complicità con il lettore, sottolineando la consapevolezza del narratore rispetto alla storia che sta raccontando e la sua superiorità nei confronti dei personaggi.
Manoscritto antico aperto con copertine in legno e pelle, pagine ingiallite e penna d'oca accanto a calamaio trasparente su scrivania scura.

La notte inquieta di don Abbondio e il suo egoismo

La notte che segue l'incontro con i bravi è tormentata per don Abbondio, il quale è assalito da paure e incubi. Il suo stato d'animo è descritto attraverso un monologo interiore fatto di domande retoriche e esclamazioni che ne riflettono l'agitazione e l'ansia. Nei suoi sogni, l'immagine ricorrente di essere ferito da un'arma da fuoco simboleggia la sua ossessione per la propria sicurezza. Al risveglio, l'atteggiamento di don Abbondio verso Renzo è egoistico e calcolatore, come dimostra la sua impazienza nel voler sviare il giovane dai suoi propositi matrimoniali. La frase "egli pensa alla morosa, ma io penso alla pelle" esemplifica la visione cinica e autocentrata che don Abbondio ha della realtà, ponendo la propria incolumità al di sopra di ogni altra considerazione.

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00

Uso dell'ironia nell'apertura del secondo capitolo

Il narratore usa l'ironia per esaltare le azioni di don Abbondio, paragonandole in modo esagerato a quelle di un condottiero.

01

Paragone tra don Abbondio e un condottiero

Viene creato un contrasto umoristico tra la figura minore di don Abbondio e la grandezza di un leader militare.

02

Anacronismo della battaglia di Rocroi

Il narratore cita la battaglia del 1643 per creare distanza e complicità col lettore, nonostante la vicenda si svolga nel 1628.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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