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Carlo Goldoni, drammaturgo veneziano del XVIII secolo, trasformò il teatro italiano con la sua riforma. Abbandonando l'improvvisazione della Commedia dell'Arte, introdusse trame strutturate e personaggi psicologicamente definiti, influenzando la cultura teatrale e riflettendo la società dell'epoca.
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Venezia si consolidò come una metropoli cosmopolita nel XVIII secolo, con una società dominata dall'aristocrazia e una borghesia emergente
Nonostante la crisi economica, i veneziani investirono nella costruzione di teatri, simbolo dell'importanza della cultura teatrale in città
La borghesia emergente a Venezia rappresentava il pubblico ideale per le commedie di Carlo Goldoni, che riflettevano la vita quotidiana di questa classe sociale
Goldoni rivoluzionò la tradizione teatrale della Commedia dell'Arte, introducendo una maggiore strutturazione delle trame e una caratterizzazione psicologica dei personaggi
Goldoni sostituì l'improvvisazione con testi scritti, mirando a rendere il teatro uno specchio della realtà sociale con dialoghi naturali e situazioni verosimili
La riforma teatrale di Goldoni aveva l'obiettivo di rendere il teatro più realistico e vicino alla vita quotidiana, riflettendo la società e i suoi cambiamenti
Carlo Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia di classe media e, nonostante gli studi in medicina e filosofia, la sua passione per il teatro lo portò a scrivere la sua prima opera a soli otto anni
Dopo aver abbandonato gli studi universitari, Goldoni intraprese la professione legale ma la sua passione per il teatro lo portò a collaborare con impresari teatrali e a dare vita alla sua riforma teatrale
La svolta nella carriera di Goldoni avvenne con l'impresario Girolamo Medebac, ma dopo la fine della loro collaborazione, Goldoni si legò alla compagnia di Vendramin e successivamente accettò un invito a Parigi, dove continuò la sua carriera teatrale e lasciò un'eredità duratura nel teatro italiano