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L'ascesa del fascismo in Italia e la trasformazione del paese in una dittatura totalitaria sotto Benito Mussolini sono eventi storici che hanno segnato il Novecento. Le leggi fascistissime, la censura, la propaganda e le politiche razziali hanno definito un'era di repressione e controllo. I Patti Lateranensi e la riforma Gentile hanno influenzato la società e l'educazione, consolidando il regime.
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Le leggi promulgate tra il 1925 e il 1926 minarono le libertà civili e politiche, instaurando un regime in cui il capo del governo rispondeva solo al re
La libertà di stampa fu abolita, impedendo la diffusione di opinioni contrarie al regime
I partiti politici contrari al regime furono sciolti, eliminando ogni forma di opposizione democratica
La riforma istituzionale del 1928 conferì al Gran Consiglio del Fascismo funzioni di indirizzo politico e di controllo, erodendo il ruolo del Parlamento e del Re
La legge Acerbo prevedeva una lista unica nazionale, garantendo una maggioranza schiacciante al Partito Fascista nelle elezioni del 1929 e eliminando ogni forma di opposizione democratica
Il regime fascista utilizzò la propaganda e creò organizzazioni per coinvolgere la popolazione e plasmare l'opinione pubblica, estendendo il suo controllo ben oltre la sfera politica
La riforma Gentile del 1923 introdusse l'obbligo scolastico e promosse un'istruzione elitaria e gerarchica, permeata dalla propaganda fascista
L'Opera Nazionale Balilla e il Gioventù Italiana del Littorio furono istituite per l'educazione fisica, morale e politica dei giovani, inculcando loro i valori del fascismo attraverso attività paramilitari e di aggregazione
I Patti Lateranensi del 1929 stabilirono un accordo tra lo Stato italiano e la Santa Sede, riconoscendo il cattolicesimo come religione di Stato e legittimando ulteriormente il regime agli occhi della popolazione
L'ideologia fascista, inizialmente basata sul nazionalismo e sull'antidemocrazia, assunse connotati razzisti negli anni '30
Le leggi razziali imposero gravi discriminazioni agli ebrei italiani, escludendoli dalla vita pubblica e limitando i loro diritti civili e sociali