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La crisi della Francia nel tardo XVIII secolo

La Francia del XVIII secolo, alle prese con una crisi finanziaria e sociale, vide l'ascesa del Terzo Stato e l'assalto alla Bastiglia, eventi che portarono all'abolizione dei privilegi feudali e alla proclamazione della Repubblica.

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1

Nel tardo ______ secolo, la Francia era in crisi, con Luigi XVI che aveva centralizzato il potere ma con le finanze statali distrutte da spese militari e dal mantenimento della corte di ______.

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XVIII Versailles

2

La crisi finanziaria in Francia era peggiorata da cattivi raccolti, culminando nella ______ del 1788 che causò un aumento del prezzo del pane e il malcontento tra la popolazione.

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carestia

3

La società francese era divisa in tre stati: ______ e nobiltà, esenti da tasse e favoriti dalla giustizia, e il terzo stato, maggioritario ma escluso dal potere politico.

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clero

4

Ministri riformisti di Luigi XVI

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Turgot e Necker, incaricati di proporre soluzioni alla crisi, suggerirono austerità e tassazione per nobiltà e clero.

5

Opposizione alle riforme

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Nobiltà e clero respinsero le proposte di tassazione, temendo la perdita dei propri privilegi.

6

Convocazione degli Stati Generali 1789

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Riuniti dopo decenni su pressione di nobiltà e clero, rappresentavano una chance di riforma per il terzo stato.

7

L'apertura dell'______ degli ______ Generali avvenne il ______ maggio ______ a ______, segnando l'inizio di tensioni per il metodo di votazione.

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Assemblea Stati 5 1789 Versailles

8

Il ______ stato chiedeva di votare per ______, mentre nobiltà e ______ preferivano il voto per ______, per preservare il loro potere.

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terzo testa clero ordine

9

Licenziamento di Necker

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Jacques Necker, ministro delle finanze, fu licenziato il 11 luglio 1789, evento che aumentò il malcontento popolare e contribuì allo scoppio della Rivoluzione Francese.

10

Abolizione privilegi feudali

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Il 4 agosto 1789, l'Assemblea Nazionale votò per l'abolizione dei privilegi feudali, segnando la fine dei diritti esclusivi della nobiltà e del clero.

11

Dichiarazione Diritti dell'Uomo e del Cittadino

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Adottata il 26 agosto 1789, la Dichiarazione enuncia i principi di libertà, uguaglianza e fraternità, influenzata dalle idee dell'Illuminismo.

12

Nonostante l'opposizione di ______, la Francia iniziò il passaggio a una monarchia ______, con la divisione dei poteri.

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Luigi XVI costituzionale

13

Il potere ______ fu assegnato al re e ai suoi ministri, quello ______ a un'Assemblea eletta da cittadini con certi requisiti economici, e il potere ______ a magistrati eletti.

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esecutivo legislativo giudiziario

14

La crisi si intensificò quando il re cercò di scappare nel ______ del 1791, ma fu ______ e riportato a ______, un fatto che intensificò le tensioni politiche.

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giugno catturato Parigi

15

Fallita fuga del re

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La tentata fuga di Luigi XVI nel 1791 fallì, accentuando le divisioni e sfiducia nel re.

16

Nuova Costituzione 1791

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Riduzione poteri regali, rafforzamento Assemblea legislativa, passo verso la democrazia.

17

Insurrezione 10 agosto 1792

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Sanculotti rovesciano il re, instaurano Comune di Parigi, convocano Convenzione Nazionale.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il Contesto Socio-Economico della Francia alla Vigilia della Rivoluzione

Nel tardo XVIII secolo, la Francia era immersa in una crisi multidimensionale. L'assolutismo di Luigi XVI aveva portato a un accentramento del potere regio, ma le finanze dello stato erano in rovina a causa delle spese belliche e del mantenimento della corte di Versailles. La crisi finanziaria era aggravata da una serie di cattivi raccolti, culminati nella carestia del 1788, che fece impennare il prezzo del pane, alimentando il malcontento popolare. La società era rigidamente stratificata in tre stati: il clero e la nobiltà, che godevano di privilegi come l'esenzione fiscale e un sistema giudiziario a loro favore, e il terzo stato, che comprendeva il resto della popolazione e che era escluso dal potere politico, nonostante ne costituisse la schiacciante maggioranza.
Assalto alla Bastiglia del 14 luglio 1789 con folla rivoluzionaria armata, cannone in primo piano e fortezza grigia sullo sfondo.

La Crisi del Governo di Luigi XVI e le Riforme Fallite

La crisi finanziaria e sociale spinse Luigi XVI a cercare soluzioni attraverso la nomina di ministri riformisti come Turgot e Necker, i quali proposero misure di austerità e l'introduzione di tasse per nobiltà e clero. Queste proposte, tuttavia, incontrarono l'opposizione dei privilegiati e furono respinte dal re, che temeva di perdere il loro sostegno. La pressione esercitata da nobiltà e clero portò alla convocazione dell'Assemblea degli Stati Generali nel 1789, un organo che non si riuniva da decenni e che rappresentava una potenziale opportunità di riforma per il terzo stato.

L'Assemblea degli Stati Generali e la Nascita dell'Assemblea Nazionale

L'Assemblea degli Stati Generali si aprì il 5 maggio 1789 a Versailles, ma fu subito chiaro che il metodo di votazione sarebbe stato un punto di frizione. Il terzo stato richiedeva il voto per testa, che avrebbe riflettuto la sua superiorità numerica, mentre nobiltà e clero insistevano per il voto per ordine, che avrebbe mantenuto il loro controllo. Dopo il rifiuto del re di accogliere le richieste del terzo stato, i suoi rappresentanti si riunirono nella sala della pallacorda il 20 giugno, proclamandosi Assemblea Nazionale e giurando di non sciogliersi fino all'adozione di una nuova Costituzione.

La Presa della Bastiglia e l'Abolizione dei Privilegi Feudali

Il licenziamento di Necker e la concentrazione di truppe intorno a Parigi fecero esplodere la tensione popolare, culminando nell'assalto alla Bastiglia il 14 luglio 1789, un evento che segnò l'inizio della Rivoluzione Francese. La rivolta si propagò rapidamente nelle campagne, dove si verificarono atti di violenza contro i nobili. Il 4 agosto, l'Assemblea Nazionale votò l'abolizione dei privilegi feudali e, il 26 agosto, adottò la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, che enunciava i principi di libertà e uguaglianza ispirati dall'Illuminismo.

La Transizione verso la Monarchia Costituzionale e le Tensioni Politiche

Nonostante la resistenza di Luigi XVI, la Francia si avviò verso una monarchia costituzionale, con la separazione dei poteri: esecutivo affidato al re e ai suoi ministri, legislativo a un'Assemblea eletta da cittadini con requisiti di reddito, e giudiziario a magistrati eletti. La Chiesa fu nazionalizzata e i sacerdoti divennero impiegati statali, una riforma che incontrò la resistenza di una parte del clero. La situazione si aggravò quando il re tentò di fuggire nel giugno 1791, venendo catturato e riportato a Parigi, un evento che esacerbò le tensioni politiche.

La Proclamazione della Repubblica e la Convenzione Nazionale

La fallita fuga del re acuì le divisioni politiche e portò alla formazione di nuovi gruppi radicali. Una nuova Costituzione ridusse drasticamente i poteri del re a favore dell'Assemblea legislativa. La guerra contro Austria e Prussia, dichiarata dalla Francia, mobilitò un'ondata di volontari. Il 10 agosto 1792, un'insurrezione guidata dai sanculotti rovesciò il re e instaurò la Comune di Parigi, che convocò la Convenzione Nazionale. Il 21 settembre, la Convenzione abolì la monarchia, segnando un passaggio decisivo verso l'istituzione della Repubblica Francese.