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Il participio: un modo verbale poliedrico

Il participio, con le sue forme di presente e passato, riveste un ruolo chiave nella lingua italiana, agendo come verbo, aggettivo o sostantivo. L'infinito esprime azioni in modo astratto, mentre il gerundio stabilisce relazioni temporali o causali tra eventi.

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1

Participio come verbo

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Completa l'azione principale, indica un'azione antecedente. Esempio: 'Rotto il vetro, il ladro è entrato'.

2

Participio come aggettivo

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Descrive una qualità, concorda in genere e numero. Esempio: 'vetro rotto'.

3

Participio come sostantivo

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Preceduto da articolo o dimostrativo, assume funzione nominale. Esempio: 'il bello', 'quello strano'.

4

Il participio si divide in due forme temporali: il ______ e il ______.

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presente passato

5

Infinito: astrazione dell'azione

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L'infinito esprime l'azione in modo astratto, senza tempo né soggetto.

6

Uso dell'infinito: istruzioni, desideri, incertezze

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Utilizzato per dare istruzioni, esprimere desideri o incertezze e descrivere azioni immediatamente.

7

Infinito nominale: articoli e preposizioni

Clicca per vedere la risposta

Quando nominale, l'infinito può essere preceduto da articoli o preposizioni articolate e alcuni diventano sostantivi.

8

Il gerundio ha due tempi: il ______ per azioni simultanee e il ______ per azioni precedenti.

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presente passato

9

Se il soggetto del gerundio è diverso da quello della frase principale, deve essere ______ per chiarire chi compie l'azione.

Clicca per vedere la risposta

espresso

10

Quando il gerundio e la frase principale hanno lo stesso soggetto, il soggetto del gerundio può essere ______.

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omesso

11

Concord. part. passato con 'essere'

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Concorda in genere e numero con il soggetto.

12

Concord. part. passato con 'avere'

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Invariato, tranne se preceduto da un oggetto diretto.

13

Concord. part. passato con pronomi atoni

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Concord. obbligatoria con 'lo', 'la', 'li', 'le'.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il participio: un modo verbale poliedrico

Il participio è un modo verbale flessibile che può assumere diverse funzioni in una frase: può agire come verbo, aggettivo o sostantivo. Come verbo, il participio completa l'azione principale, ad esempio in "Rotto il vetro, il ladro è entrato", dove "rotto" indica un'azione antecedente all'entrata del ladro. In funzione aggettivale, descrive una qualità, come in "vetro rotto". Come sostantivo, è preceduto da un articolo o un dimostrativo, es. "il bello" o "quello strano". Il participio passato varia in genere e numero, mentre il participio presente è generalmente invariabile, usato meno frequentemente come verbo e più spesso come aggettivo o sostantivo.
Rotoli di pergamena antica su tavolo scuro con sfondo sfocato di libreria, senza testi visibili, in ambiente dall'illuminazione calda.

I tempi del participio e il loro uso

Il participio si declina in due tempi: presente e passato. Il participio presente, meno comune come forma verbale, è utilizzato in contesti formali o letterari, per esempio "Si richiede attestazione attestante la frequenza al corso". Come aggettivo o sostantivo, esprime qualità o stati, come in "un divertente spettacolo" o "sostanze biodegradabili". Il participio passato è cruciale nella formazione dei tempi composti della voce attiva e di tutti i tempi della voce passiva. Ad esempio, "Affascinato dal trenino, il bambino rimase a bocca aperta" mostra il participio passato "affascinato" che concorda in genere e numero con il soggetto.

L'infinito: la forma base del verbo

L'infinito è la forma non coniugata del verbo che esprime l'azione in modo astratto, senza specificare tempo o soggetto. È usato per dare istruzioni, esprimere desideri o incertezze, e per descrivere azioni in modo immediato. Esistono l'infinito presente e passato; il primo si riferisce ad azioni generali o attuali, il secondo a desideri irrealizzati nel passato. Quando assume valore nominale, l'infinito può essere preceduto da articoli o preposizioni articolate, e alcuni infiniti sono diventati sostantivi propri, usabili anche al plurale.

Il gerundio e il suo rapporto con gli eventi

Il gerundio è un modo verbale che stabilisce una relazione temporale, causale o modale tra due azioni. Fornisce dettagli aggiuntivi su "quando?", "come?" o "perché?" un'azione si verifica rispetto a un'altra. Il gerundio ha due tempi: presente e passato. Il presente indica azioni simultanee a quelle della frase principale, il passato azioni precedenti. Se il soggetto del gerundio è lo stesso della frase principale, può essere omesso; se diverso, deve essere espresso per evitare ambiguità.

Concordanza del participio passato con l'ausiliare

La concordanza del participio passato dipende dall'ausiliare usato. Con "essere", il participio concorda in genere e numero con il soggetto, come in "Il pacco è stato inviato" e "La lettera è stata inviata". Con "avere", il participio rimane invariato a meno che non segua un complemento oggetto diretto che lo precede, in tal caso può concordare con esso. La concordanza è obbligatoria quando il complemento oggetto è rappresentato da pronomi atoni come "lo", "la", "li", "le". Nei verbi riflessivi con complemento oggetto espresso, il participio concorda con il soggetto o l'oggetto a seconda del contesto.