Feedback
What do you think about us?
Your name
Your email
Message
La poetica del vago e dell'infinito in Leopardi si manifesta nell'uso dell'immaginazione e della memoria per trasfigurare la realtà. Attraverso filtri letterari e filosofici, il poeta esprime la malinconia per un'età perduta e la consapevolezza della caducità della vita, delineando una natura ora nemica ora indifferente.
Show More
Leopardi trasforma la percezione sensoriale in una "doppia visione" attraverso l'uso dell'immaginazione
La memoria come secondo filtro
La memoria agisce come un secondo filtro, trasformando poeticamente le cose attraverso il ricordo
La memoria e l'illusione
La memoria evoca un'illusione già trasfigurata dall'immaginazione, intensificando l'effetto poetico e la malinconia
Leopardi utilizza filtri letterari e filosofici per arricchire le sue opere con rimandi culturali e riflessioni esistenziali
Pascoli ha criticato Leopardi per la sua tendenza a unire elementi naturali in maniera non realistica, ma questa scelta è intenzionale per mantenere la poeticità attraverso il senso di "vago e indefinito"
Leopardi utilizza la genericità e l'ambiguità come strategia poetica per trasfigurare la realtà e creare un'atmosfera di sogno e fuga dalla realtà
Leopardi compie una svolta nel suo pensiero, passando da un pessimismo incentrato sull'individuo a un pessimismo cosmico e materialistico
La natura come entità malefica
Leopardi vede la natura come un'entità malefica che perseguita consapevolmente le sue creature
La natura come meccanismo impersonale
Leopardi considera la natura come un meccanismo impersonale e inconsapevole che segue leggi oggettive