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Gaio Sallustio Crispo, storico e politico romano, si distinse per il suo appoggio a Giulio Cesare e per le opere 'De coniuratione Catilinae' e 'Bellum Iugurthinum'. Le sue analisi sulla crisi della Repubblica romana offrono una prospettiva critica sulla corruzione e la decadenza morale dell'epoca, esemplificando i vizi della nobilità e influenzando la storiografia successiva.
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Gaio Sallustio Crispo nacque ad Amiterno, nell'antica Sabina, da una famiglia plebea di buona posizione economica e ricevette un'educazione raffinata che gli permise di inserirsi nella vita politica e culturale di Roma
Adesione ai populares
Sallustio iniziò la sua carriera come tribuno della plebe nel 52 a.C. e si distinse per il suo sostegno alla fazione dei populares, sostenitori di riforme a favore della plebe
Appoggio a Giulio Cesare
Sallustio divenne noto per il suo appoggio a Giulio Cesare, che lo vide al suo fianco nelle vicende politiche e militari dell'epoca
Espulsione dal Senato e ritiro dalla vita politica
Nonostante l'espulsione dal Senato nel 50 a.C., Sallustio continuò a godere della fiducia di Cesare, che gli affidò incarichi di rilievo, ma dopo l'assassinio di Cesare nel 44 a.C. si ritirò dalla vita politica
Sallustio si distinse nelle campagne militari cesariane e fu nominato governatore dell'Africa Nova, dove esercitò il potere con il titolo di proconsul, ma il suo governo fu segnato da accuse di malversazione
Dopo il ritiro dalla vita politica, Sallustio si dedicò alla storiografia, considerandola un servizio allo Stato in un periodo di grande instabilità
De coniuratione Catilinae
Composta tra il 43 e il 40 a.C., questa opera narra la congiura di Catilina e riflette l'evoluzione stilistica e concettuale di Sallustio
Bellum Iugurthinum
Scritta nello stesso periodo, questa opera narra la guerra giugurtina e riflette l'evoluzione stilistica e concettuale di Sallustio
Historiae
Quest'opera più ampia, rimasta incompiuta alla morte di Sallustio, riflette il suo impegno morale e civile nella storiografia
L'opera storiografica di Sallustio è profondamente politica e riflette la sua simpatia per i populares e per la figura di Cesare, proponendo una riflessione sul ruolo dell'individuo e delle istituzioni nello Stato
Sallustio utilizzò la storiografia come veicolo per la sua critica sociale e politica, denunciando la corruzione e la decadenza morale della Repubblica romana e mettendo in luce la pericolosità delle lotte di potere e l'avidità che minavano le fondamenta dello Stato