Vita e formazione di Gustave Flaubert

Vita e formazione di Gustave Flaubert

Gustave Flaubert nacque nel 1821 a Rouen, in Francia, all'interno di una famiglia di classe borghese. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non fu un bambino prodigio, ma manifestò fin da piccolo una salute cagionevole e una fervida immaginazione. La sua formazione culturale fu influenzata da autori classici e contemporanei, tra cui Rabelais e Shakespeare. La sua produzione letteraria giovanile, impregnata di romanticismo, esplorava temi drammatici e passioni intense. La perdita della sorella e di un caro amico durante la sua giovinezza accentuò il suo scetticismo verso la società e la natura umana, influenzando profondamente la sua visione artistica e la creazione del "grottesco triste", un connubio di elementi comici e tragici. Inoltre, le sue prime esperienze sessuali lo portarono a riflettere sulla dicotomia tra l'amore ideale e la realtà sessuale, un contrasto che avrebbe esplorato nelle sue opere mature.

La transizione verso l'isolamento e la maturità letteraria

Dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza a seguito di una grave crisi nervosa, Flaubert scelse di isolarsi nella sua proprietà di famiglia a Croisset, vicino a Rouen, dove avrebbe dedicato la sua vita alla letteratura. Prima di questo ritiro, intraprese un significativo viaggio in Egitto e nel Medio Oriente, che influenzò la sua scrittura con nuove sfumature di sensualità e esotismo. Al suo ritorno, si dedicò alla stesura di "Madame Bovary", pubblicato nel 1857, che rappresentò una svolta stilistica verso una narrazione più sobria e oggettiva. Il romanzo, che esplorava la vita insoddisfatta di una donna borghese e le sue avventure extraconiugali, fu oggetto di un processo per oltraggio alla morale pubblica e alla religione, ma Flaubert fu infine assolto, e l'opera divenne un pilastro della letteratura realista.

La poetica di Flaubert e l'ossessione per lo stile

Flaubert era un perfezionista della parola scritta, perseguendo un ideale di impassibilità e impersonalità nell'arte letteraria. Credeva fermamente che lo stile fosse essenziale per dare vita alle sue narrazioni, e si dedicava a un lavoro meticoloso e ossessivo nella scelta delle parole e nella costruzione delle frasi, al fine di raggiungere la precisione e l'armonia desiderate. Il narratore nelle sue opere tende a essere neutrale, lasciando che la storia si svolga attraverso le azioni e i dialoghi dei personaggi, in una ricerca costante di un linguaggio calibrato e di un realismo espressivo che potesse catturare la complessità del reale.

Il "bovarismo" e l'eredità culturale di Flaubert

Il termine "bovarismo", derivato dal personaggio di Emma Bovary in "Madame Bovary" e coniato dal filosofo Jules de Gaultier, descrive la tendenza delle persone a immaginarsi diverse da come sono in realtà, spesso in modo idealizzato. Flaubert esplora questa tematica attraverso la sua protagonista, che si perde in un mondo di illusioni e aspirazioni irrealizzabili, alimentate dalla letteratura romantica e da un insoddisfacente matrimonio borghese. Il "bovarismo" è diventato un concetto chiave per comprendere il divario tra aspirazioni individuali e realtà sociale, e ha lasciato un segno indelebile nella letteratura e nel pensiero moderno, influenzando generazioni di scrittori e critici nel loro approccio alla psicologia dei personaggi e alla critica sociale.