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Infanzia e formazione di Carlo Goldoni

Carlo Goldoni, drammaturgo veneziano del XVIII secolo, trasformò la commedia dell'arte con realismo e psicologia. Celebre per 'Arlecchino servitore di due padroni', riformò il teatro italiano, affrontando sfide economiche e artistiche, fino al successo a Parigi.

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1

Il noto drammaturgo ______ nacque il ______ a ______ in una famiglia della borghesia istruita.

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Carlo Goldoni 25 febbraio 1707 Venezia

2

Dopo essere stato espulso dal collegio Ghislieri di ______ per una satira, Goldoni si laureò in diritto all'Università di ______ nel ______.

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Pavia Padova 1731

3

Prima opera importante di Goldoni

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Belisario, tragicommedia del 1734.

4

Collaboratore teatrale di Goldoni

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Giuseppe Imer, impresario teatrale.

5

Opera che consolidò la fama di Goldoni

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Arlecchino servitore di due padroni, 1745.

6

Goldoni introdusse elementi di ______ e ______ psicologica nella commedia dell'arte, come dimostrato dalle opere ______ e ______.

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realismo caratterizzazione "Momolo cortesan" "La donna di garbo"

7

A causa di problemi ______ legati ai debiti di famiglia, nel ______ Goldoni si spostò a ______ per concentrarsi sull'avvocatura.

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economici 1745 Pisa

8

Nonostante il cambio di professione, Goldoni continuò a scrivere per il teatro, creando opere per attori noti come ______.

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Antonio Sacchi

9

Contratto Goldoni-Medebach

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Goldoni firma con Medebach per 8 commedie/anno a Venezia.

10

Opere di successo di Goldoni

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Scrive 'La vedova scaltra', 'La famiglia dell'antiquario'.

11

Rottura Goldoni-Medebach

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Fine collaborazione per disaccordi economici e diritti d'autore.

12

Nonostante soffrisse di ______, Goldoni continuò a scrivere ______ acclamate e ricevette il titolo di ______ dal ______.

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depressione commedie marchese di Felino duca di Parma

13

La fama di Goldoni crebbe tanto che fu invitato a ______ per rinnovare il repertorio della ______, portandolo a trasferirsi da Venezia nel ______.

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Parigi Comédie Italienne 1762

14

Incontro iniziale di Goldoni con attori e pubblico in Francia

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Resistenze iniziali, poi stima e incarico come maestro di italiano per le figlie di Luigi XV.

15

Data di morte di Goldoni

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6 febbraio 1793.

16

Contributo di Goldoni al teatro

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Riforma della commedia italiana, lascito artistico fondamentale nella storia del teatro.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Infanzia e formazione di Carlo Goldoni

Carlo Goldoni, illustre drammaturgo italiano, nacque il 25 febbraio 1707 a Venezia, in una famiglia appartenente alla borghesia colta. Manifestò precocemente il suo talento, imparando a leggere e scrivere già all'età di quattro anni e componendo i primi versi a otto. La sua educazione iniziò nella città natale e proseguì a Perugia, dove studiò presso i gesuiti. Contrariamente alle aspettative paterne, che lo vedevano futuro medico, Goldoni si orientò verso la giurisprudenza, dopo un'avventurosa esperienza con una compagnia teatrale itinerante. Dopo aver lavorato come praticante legale presso lo zio a Venezia, si iscrisse al collegio Ghislieri di Pavia, ma venne espulso per aver redatto una satira contro le donne di Pavia. Superate queste vicissitudini, si laureò in diritto all'Università di Padova nel 1731 e intraprese la carriera forense.
Scena di un'aula scolastica del XVIII secolo con ragazzo che scrive a penna d'oca, insegnante accanto a un globo e teatrino con marionette.

L'incontro con il teatro e i primi successi

La passione per il teatro fu una costante nella vita di Goldoni, che trovò espressione nel 1734 con la tragicommedia "Belisario". La svolta avvenne quando iniziò a collaborare con Giuseppe Imer, impresario teatrale, per il quale scrisse intermezzi e altre opere comiche. Questa collaborazione segnò l'avvio della sua prolifica carriera di drammaturgo, culminata con il plauso di critica e pubblico. Goldoni accompagnò Imer in varie città italiane, guadagnandosi una solida reputazione nel panorama teatrale. Sebbene continuasse a esercitare la professione legale, la sua dedizione al teatro si concretizzò con il trionfo di "Arlecchino servitore di due padroni" nel 1745, che rappresenta uno dei suoi capolavori più celebri.

La riforma della commedia e le difficoltà economiche

Goldoni assunse la direzione del teatro San Giovanni Crisostomo a Venezia tra il 1737 e il 1741, periodo in cui avviò la sua riforma della commedia dell'arte, introducendo elementi di realismo e caratterizzazione psicologica. Opere come "Momolo cortesan" e "La donna di garbo" testimoniano questo nuovo approccio. Tuttavia, nel 1745, a seguito di problemi economici derivanti da debiti familiari, si trasferì a Pisa per dedicarsi esclusivamente all'avvocatura. Nonostante ciò, non cessò di scrivere per il teatro, realizzando opere su commissione per celebri attori quali Antonio Sacchi.

Il successo a Venezia e la competizione con altri autori

Nel 1747, Goldoni fece ritorno a Venezia, invitato da Girolamo Medebach, con cui stipulò un contratto per la fornitura di otto commedie l'anno. Durante questo periodo, scrisse opere di grande successo come "La vedova scaltra" e "La famiglia dell'antiquario". Nonostante dovesse confrontarsi con la concorrenza di altri drammaturghi e attraversare periodi di crisi, nel 1750-1751 annunciò la composizione di sedici nuove commedie, tra cui "Il teatro comico" e "La bottega del caffè". I rapporti con Medebach si deteriorarono a causa di disaccordi economici e sulla gestione dei diritti di pubblicazione delle opere.

Riconoscimenti e sfide negli ultimi anni

Al termine del contratto con Medebach, Goldoni siglò un nuovo accordo con Antonio Vendramin per il teatro San Luca, che gli offriva condizioni più vantaggiose. Nonostante una persistente depressione, continuò a produrre commedie di successo e ottenne riconoscimenti, tra cui il titolo di marchese di Felino dal duca di Parma. La sua reputazione crebbe a tal punto da essere invitato a Parigi per rinnovare il repertorio della Comédie Italienne, un'opportunità che lo portò a lasciare Venezia nel 1762.

Gli anni in Francia e la morte

In Francia, Goldoni incontrò inizialmente resistenze da parte degli attori e del pubblico, ma con il tempo si guadagnò stima e un incarico come maestro di italiano per le figlie di Luigi XV. Durante la Rivoluzione francese perse la pensione, ma riuscì a riottenerla, sebbene la notizia gli pervenne il giorno dopo la sua morte, avvenuta il 6 febbraio 1793. La sua eredità artistica e la sua riforma della commedia italiana rimangono un punto di riferimento imprescindibile nella storia del teatro mondiale.