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Giacomo Leopardi, poeta e filosofo italiano, affrontò temi come la bellezza e l'infelicità umana. Nonostante le gravi malattie, le sue opere, tra cui 'Idilli' e 'Operette Morali', riflettono un profondo pessimismo e una ricerca inafferrabile della felicità.
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Giacomo Leopardi nacque il 29 giugno 1798 a Recanati, in una famiglia aristocratica in declino economico
Accesso alla biblioteca paterna
Grazie alla vasta biblioteca paterna, Leopardi ebbe la possibilità di accedere a una formazione autodidatta
Conoscenza del greco antico e dell'ebraico
A soli undici anni, Leopardi aveva già acquisito una notevole conoscenza del greco antico e dell'ebraico
Interesse per la poesia
Fin da giovane, Leopardi si cimentò nella poesia e tradusse opere classiche
La corrispondenza con Pietro Giordani influenzò Leopardi a orientarsi verso tematiche più umanistiche come la bellezza, gli affetti e l'amore
Durante la sua seconda decade di vita, Leopardi iniziò a manifestare gravi problemi di salute, tra cui una deformazione della colonna vertebrale e un progressivo indebolimento della vista
Tubercolosi ossea
Gli esperti moderni ritengono che Leopardi potesse soffrire di tubercolosi ossea, una patologia che colpisce le strutture ossee e cartilaginee
Le afflizioni fisiche di Leopardi si accompagnarono a una profonda malinconia
Il pessimismo soggettivo di Leopardi è legato alla sua personale esperienza di dolore e isolamento
Secondo Leopardi, l'infelicità è una condizione intrinseca all'esistenza umana
Leopardi considera l'infelicità come una caratteristica universale, esclusa soltanto per l'uomo primitivo privo della consapevolezza del dolore