Terzo periodo
Negli anni dei Sepolcri, Foscolo era impegnato nell’attività di docenza presso l’Università di Pavia in cui nacque l’opera civile Dei Sepolcri un carme composto da 295 versi endecasillabi sciolti. Nel 1804 il decreto di Saint-Cloud aveva stabilito per motivazioni igieniche la sepoltura dei morti fuori le mura della città nei cimiteri. Foscolo scrisse il suo poema rispetto a questo tema e fa riferimento alla poesia anglosassone preromantica.
Rispetto all’importanza della parola, Foscolo tiene una lezione all’Università in cui si ritrovano le linee guida della sua poetica. La necessità di comunicare e l’esaltazione della parola sono utili a mantenere l’ordine e l’armonia.
Quarto periodo
Nel momento in cui Foscolo aveva ritrovato con l’insegnamento la sua serenità, la cattedra di eloquenza venne soppressa e insieme a ciò anche la politica di Napoleone anti liberale e imperialista aveva aumentato le convinzioni che gli ideali civili e letterari siano soltanto delle illusioni portando il poeta ad un periodo di isolamento.
Le opere scritte in questo periodo sono: Sull’origine e i limiti della giustizia, i discorsi sulla servitù d’Italia e la Lettera apologetica. Anche la tragedia Ajace di questo periodo, dimostra l’autorità del principe, probabilmente in riferimento a Napoleone, e il diritto di governare sulla plebe.
Quinto periodo
Dopo la rappresentazione a teatro della tragedia Ajace, Foscolo lascia Milano e si trasferisce a Firenze dove lavora alle traduzioni abbandonando anche la vita politica. Scrive un’altra tragedia, la Ricciarda, terza tragedia in endecasillabi sciolti e con lo stesso stato d’animo compone Le Grazie un carme diventato famoso anche in diverse parti del mondo.
La notizia intorno a Didimo Chierico rappresenta un documento e l'immagine del protagonista immaginario distaccata e ironica proiezione ideale dell’autore.
Sesto periodo
Dopo Zurigo lo scrittore andò in Inghilterra in cui, costretto da necessità economiche, si interessò prevalentemente all’attività editoriale e giornalistica. Il suo soggiorno in Inghilterra lo allontanò dalla politica italiana aumentando il suo interesse di critico e saggista della letteratura italiana.
In questi anni viene pubblicata la quarta edizione dell’Ortis oltre alle traduzioni omeriche e ad una lunga elaborazione incompiuta di saggi di costume; Lettere scritte dall’Inghilterra e i saggi di critica letteraria tra cui il Saggio sullo stato della letteratura contemporanea in Italia del 1818, i Saggi sul Petrarca del 1821 e le Epoche della lingua italiana del 1823.
Le Grazie
Furono scritte tra il 1803 e 1810 con l’unione dei frammenti in edizione postuma. Il saggio “Il Gazzettino del bel mondo” è costituito da otto lettere scritte per il conte Cicogna in cui lo scrittore fa un paragone tra la realtà inglese e quella italiana rispetto a temi di moda, letteratura e politica.
Lettera Apologetica
Rimasta incompiuta, la lettera narra le vicende politiche poco serene dello scrittore dal 1814 in poi. Viene definito il suo testamento politico in cui si difende dalle calunnie dei suoi nemici e venne pubblicata postuma nel 1844 da Giuseppe Mazzini.