La storia del movimento
La Scuola siciliana si ispira alla lirica dei trovatori ma non è ben chiaro come la Sicilia potesse aver accolto queste influenza siccome i trovatori dopo la diaspora si spostarono in Spagna ed Italia del nord. Inoltre lo stesso Federico II non accettava la presenza di trovatori poichè non sopportava i loro toni nei suoi confronti. C’è una testimonianza scritta della presenza del trovatore Guilhem Figueira e si pensa che i trovatori Giraut de Borneil e Raimbaut de Vaqueiras fossero presenti sul territorio siciliano prima dell’ascesa di Federico II.
A prescindere della presenza o meno dei trovatori in Sicilia, di sicuro i poeti siciliano hanno conosciuto i testi dei trovatori dai libri infatti, alcune produzioni degli scrittori della Scuola siciliana sono delle fedeli traduzioni di opere provenzali. I poeti appartenenti alla Scuola siciliana sono circa 24 ai quali sono stati attribuiti circa 150 produzioni soprattutto tra il 1230 e il 1250 influenzate anche dalla cultura bolognese di Guido Guinizzelli.
Il manoscritto Vaticano Latino 3793 continente i nomi dei poeti della Scuola siciliana, non tutti erano originari dell'isola siciliana (anche pugliesi e calabresi) ma l’appellativo “siciliani” era dovuto all’appartenenza alla corte di Federico II. Molti di loro facevano parte della Scuola solo per diletto poiché avevano una loro precisa professione (notai, giudici, segretari, magistrati, burocrati); come Giacomo da Lentini, definito il caposcuola poiché fu l’inventore del sonetto.
Anche lo stesso imperatore Federico II e su figlio Re Enzo furono poeti siciliani altri nomi da ricordare sono quelli di Pier delle Vigne, Ruggieri d'Amici, Odo delle Colonne, Rinaldo d'Aquino, Arrigo Testa, Guido delle Colonne, Stefano Protonotaro, Filippo da Messina, Mazzeo di Ricco, Jacopo Mostacci, Cielo d'Alcamo, Percivalle Doria, Giacomino Pugliese, Ruggierone da Palermo, Tommaso di Sasso, Giovanni di Brienne, Compagnetto da Prato, Paganino da Serzana, Cecco Angiolieri e Folco di Calavra.
L’importanza letteraria e linguistica
Importanza letteraria
La Scuola siciliana anticipa lo stilnovismo sotto alcuni aspetti stilistici, inoltre introduce nuove parole, rivisitando i termini francesi e utilizzando parole italiane con l’aggiunta di suffissi. Vi fu un distacco dall’accompagnamento scenico e musicale delle poesie, il tema amoroso riprendeva sia l’amore cortese che quello cristiano. Questo movimento letterario ebbe un’influenza anche sul pensiero filosofico. Le produzioni in lingua volgare arrivarono anche in Lombardia e Toscana.
Importanza linguistica
Dal punto di vista linguistico, i poeti della Scuola siciliana utilizzavano la nobilitata lingua del Siciliano Illustre, utilizzata successivamente anche dai poeti toscani. Era usuale utilizzare le forme monottongate (core e loco), il condizionale in -ia (invece di sarebbe si usava saria), i suffissi -anza, -ura e prefissi dis-, mis-, s- e le abbreviazioni come dir o amor. Lo stile di scrittura siciliano era molto ricco sia in termini della qualità che della quantità delle parole, create per neologismo e sincretismo, con la fusione del dialetto italiano e francese. Come già accennato nel paragrafo precedente, si deve alla Scuola siciliana la creazione del sistema metrico del sonetto che diventò molto importante nell’epoca successiva.