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Eschilo, padre della tragedia greca, visse in un'Atene in trasformazione e partecipò alle guerre persiane. Le sue opere, come l'Orestea, esplorano temi di giustizia e destino.
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Eschilo è considerato il padre della tragedia greca e uno dei tre grandi tragediografi dell'antichità
Eschilo si distinse nella battaglia di Maratona e di Salamina, e vinse numerosi premi nei concorsi teatrali di Atene
Eschilo si recò in Sicilia e rappresentò alcune delle sue opere presso la corte di Gerone I a Siracusa
Le tragedie di Eschilo esplorano temi etici e mettono in contrasto il ruolo del destino e della responsabilità umana
Come cittadino di Atene, Eschilo esprime attraverso le sue opere una visione del mondo in cui la giustizia divina si intreccia con la ricerca di un equilibrio sociale e personale
Le tragedie di Eschilo spesso si basano su miti e leggende per esplorare temi universali come il potere, la colpa e la redenzione
Eschilo introdusse il secondo attore sulla scena e utilizzò scenografie elaborate, permettendo una maggiore caratterizzazione psicologica e tensione drammatica nelle sue opere
Unica tragedia greca conservata che tratta un evento storico recente, la battaglia di Salamina, I Persiani riflette sulla hybris e l'importanza del rispetto verso gli dei
L'unico dramma rimasto di una trilogia sul ciclo tebano, Sette contro Tebe narra il conflitto fratricida tra Eteocle e Polinice
Una delle prime tragedie di Eschilo, Le Supplici affronta il tema dell'asilo e della giustizia attraverso il coro delle figlie di Danao
Parte di una trilogia sulla figura del titano punito per aver donato il fuoco agli uomini, Prometeo incatenato è stata oggetto di dibattito riguardo alla sua attribuzione ad Eschilo
L'unica trilogia completa giunta fino a noi, L'Orestea esplora il ciclo della vendetta e la transizione da una giustizia basata sulla vendetta personale a una giustizia istituzionalizzata ad Atene