I principi logici e la nascita dell'ontologia con Parmenide
Parmenide getta le basi dell'ontologia, la branca della filosofia che studia l'essere in quanto tale, attraverso l'applicazione dei principi logici dell'identità e della non-contraddizione. Questi principi affermano che ogni entità è identica a se stessa e non può contraddirsi essendo e non essendo contemporaneamente. Con Parmenide, il termine "essere" assume una connotazione sostantiva, diventando un concetto astratto e universale, fondamento di tutta la realtà.Gli attributi dell'essere secondo Parmenide
Secondo Parmenide, l'essere possiede attributi specifici: è ingenerato, imperituro, eterno, immutabile, immobile, unico, omogeneo e finito, ovvero completo e perfetto. Questi attributi derivano dalla sua logica rigorosa che esclude ogni possibilità di non essere. L'essere è paragonato a una sfera perfetta, simbolo di integrità e pienezza. Questa concezione dell'essere influenzerà profondamente il pensiero filosofico successivo, in particolare nelle riflessioni sull'Assoluto.La necessità dell'essere e il ruolo della giustizia e del destino
Parmenide associa l'essere ai concetti di giustizia e destino, che ne sottolineano la necessità ontologica. La giustizia, intesa come ordine cosmico, garantisce la stabilità dell'essere, mentre il destino ne assicura l'immobilità e l'integrità. Questa visione attribuisce all'essere un carattere di necessità assoluta, precludendo ogni possibilità di non essere e di cambiamento.La problematica identificazione dell'essere parmenideo
L'interpretazione dell'essere parmenideo è oggetto di dibattito tra gli studiosi, a causa della natura frammentaria dei testi che ci sono pervenuti. Alcuni lo considerano una realtà metafisica o teologica, altri una realtà fisica, mentre altri ancora lo interpretano come un principio logico-grammaticale. Nonostante queste diverse interpretazioni, è chiaro che per Parmenide l'essere è una realtà necessaria e perfetta.Il mondo dell'apparenza e dell'opinione
Parmenide affronta la questione del mondo sensibile, apparentemente in contraddizione con gli attributi dell'essere. Egli sostiene che il mondo sensibile è illusorio, in quanto implica il non essere. Tuttavia, nella parte cosiddetta "fisica" del suo poema, Parmenide offre una spiegazione del mondo fenomenico basata su una dualità di luce e notte, che non nega l'essere ma lo comprende in un'unità superiore.Essere, pensiero e linguaggio: l'indissolubile connessione
Parmenide stabilisce un legame essenziale tra essere, pensiero e linguaggio: l'essere è l'unico oggetto di pensiero vero e può essere espresso attraverso il linguaggio. Il non essere, al contrario, sfugge sia al pensiero sia al linguaggio. Questa relazione sottolinea una concezione del linguaggio come riflesso della realtà, ma Parmenide riconosce anche che il linguaggio può essere ingannevole se non guidato dalla ragione.La "terza via" di Parmenide e l'opinione plausibile
Oltre alla via della verità e dell'opinione ingannevole, Parmenide sembra suggerire una "terza via": l'opinione plausibile, che fornisce una spiegazione coerente della realtà sensibile senza contraddire il principio di non-contraddizione. Questa interpretazione implica che gli opposti, come luce e notte, sono compresi nell'unità dell'essere e che, nonostante la molteplicità e il cambiamento del mondo fenomenico, esso rimane radicato nell'essere unico e immutabile.