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La Seconda Espansione Europea tra XVIII e XX secolo segnò un'epoca di imperialismo e colonialismo, con la spartizione dell'Africa e l'ascesa degli imperi coloniali. Figure come Stanley e Livingstone esplorarono nuovi territori, mentre il darwinismo sociale giustificava la dominazione. Il Congresso di Berlino regolò la competizione coloniale, e gli USA seguirono una politica imperialistica con la Dottrina Monroe e la guerra ispano-americana.
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Durante la Seconda Espansione Europea, avvenuta tra il XVIII e il XX secolo, le potenze europee si divisero il mondo in sfere di influenza attraverso la costituzione di vasti imperi coloniali
Necessità di materie prime
Le potenze europee erano spinte verso l'espansione per ottenere materie prime essenziali per le loro industrie in rapida crescita, come il cotone e la gomma
Ideologia del darwinismo sociale
L'ideologia del darwinismo sociale giustificava l'espansione imperialistica come una manifestazione della "sopravvivenza del più adatto", legando il prestigio nazionale al possesso di un impero
Durante la Seconda Espansione Europea, vi fu un'intensa attività di esplorazione, con figure come Henry Morton Stanley e David Livingstone che divennero famosi per le loro scoperte geografiche, tra cui le Cascate Vittoria
Il Congresso di Berlino del 1884-85 fu un evento cruciale per la spartizione dell'Africa tra le potenze europee, noto come "Scramble for Africa"
Principio dell'effettiva occupazione
Il principio dell'effettiva occupazione richiedeva che una potenza europea esercitasse un controllo tangibile su un territorio per rivendicarne la sovranità
Motivazioni politiche e ideologiche
L'imperialismo era motivato anche da ragioni politiche e ideologiche, come il desiderio di affermare lo status di grande potenza e di nazionalizzare le masse
Gli imperi coloniali europei hanno giocato un ruolo fondamentale nella costruzione dell'identità nazionale, contribuendo a un tipo di nazionalismo basato su una gerarchia razziale
La storiografia contemporanea degli imperi coloniali europei si concentra su una reinterpretazione di questi fenomeni nel contesto della prima globalizzazione del XIX secolo
Gli imperi coloniali sono analizzati come catalizzatori della globalizzazione e come ambienti di ibridazione culturale, evidenziando come l'identità europea si sia formata attraverso l'interazione con altre culture e società
Nonostante le loro origini anticoloniali, gli Stati Uniti hanno partecipato a dinamiche imperialistiche simili a quelle delle potenze europee, guidate dalla dottrina del "destino manifesto"
La Dottrina Monroe e la politica della "porta aperta" hanno portato gli Stati Uniti a intervenire in conflitti come la guerra ispano-americana del 1898, che risultò nell'acquisizione di territori come Cuba e le Filippine