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Le figure retoriche sono strumenti linguistici che donano espressività e profondità ai testi. Allitterazioni, anadiplosi, assonanze e metafore sono solo alcune delle tecniche utilizzate da autori come Petrarca, Tasso e Dante per creare effetti stilistici unici e memorabili. Queste figure influenzano il suono, il ritmo e il significato, ampliando la capacità comunicativa della lingua.
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La ripetizione di suoni simili all'inizio di parole consecutive, come nel verso di Petrarca "Soleasi nel mio cor star bella e viva"
La ripetizione dell'ultima parola o frase di un verso all'inizio del successivo, come nell'opera di Tasso "Canto l'arme pietose e 'l Capitano // Che 'l gran sepolcro liberò di Cristo"
La ripetizione di suoni vocalici simili, come nei versi di poeti come Leopardi e Ungaretti
L'interruzione della struttura sintattica prevista, come in alcune opere di Pirandello
La ripetizione di una o più parole all'inizio di frasi o versi successivi, utilizzata da Manzoni nei suoi "Inni Sacri"
L'inversione dell'ordine delle parole per enfatizzare un elemento specifico, come in alcune terzine della "Divina Commedia" di Dante
La contrapposizione di termini o idee per sottolinearne le differenze, come in Manzoni che oppone "speranza" e "timore"
L'amplificazione di un concetto oltre i limiti della realtà
La sostituzione di un termine con un altro basandosi su un'analogia, come nel caso di Dante che paragona la scrittura a tracce sulla neve