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Cassiodoro, figura chiave del VI secolo, si adoperò per salvaguardare la cultura classica sotto gli Ostrogoti. Il suo lavoro includeva il restauro di monumenti e la trascrizione di testi antichi, assicurando la continuità della tradizione romana e la promozione della civiltà attraverso l'arte e l'architettura.
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Cassiodoro si dedicò con fervore alla conservazione del patrimonio culturale classico durante il regno degli Ostrogoti in Italia, servendo come consigliere e ministro sotto il re Teodorico il Grande e poi sotto la reggenza di Amalasunta
Impegno per la preservazione del patrimonio artistico e letterario
Cassiodoro si adoperò per preservare non solo gli edifici storici e le opere d'arte, ma anche la letteratura e il sapere antico, testimoniando il declino dell'epoca classica
Cassiodoro si fece portavoce di una politica che mirava a rafforzare la continuità con la tradizione romana e a promuovere un'azione civilizzatrice, interpretando e promuovendo la visione del sovrano Teodorico il Grande
Teodorico si impegnò nella tutela e nel restauro del patrimonio artistico e architettonico, riflettendo l'impegno di Cassiodoro nelle sue "Variae", una raccolta di lettere ufficiali
Recupero e abbellimento della città
Teodorico si dedicò al recupero e all'abbellimento di Ravenna, la sua capitale, con l'approvazione di Cassiodoro che esprimeva una profonda ammirazione per l'estetica del mondo antico
Importanza di mantenere il prestigio storico di Roma
Cassiodoro, nelle sue lettere, enfatizzava l'importanza di preservare la bellezza e l'integrità di Roma, non solo per ragioni estetiche ma anche per motivi morali e culturali, riconoscendo la necessità di mantenere la città all'altezza della sua storica grandezza
Cassiodoro contribuì significativamente alla conservazione della letteratura classica e cristiana fondando lo scriptorium nel monastero del Vivarium a Squillace, in Calabria
Monaci e studiosi si dedicarono alla trascrizione, traduzione e studio di testi greci e latini, comprese le opere di autori cristiani come Origene, Clemente Alessandrino e Giovanni Crisostomo, nel monastero del Vivarium a Squillace