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Il Futurismo, nato con il Manifesto di Marinetti del 1909, rivoluziona arte e letteratura esaltando modernità, velocità e tecnologia. Rifiutando il passato, promuove un'estetica di movimento e aggressività, vedendo nella guerra un mezzo di purificazione e nel dinamismo la vera bellezza. Boccioni estende questi principi alla scultura, cercando di catturare l'essenza dinamica del mondo moderno.
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Il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti pubblica il "Manifesto del Futurismo" sul quotidiano francese "Le Figaro"
Esaltazione della modernità, velocità e tecnologia
Il manifesto delineava una nuova estetica che esaltava la modernità, la velocità e la tecnologia, rifiutando il passato e la tradizione
Opposizione alla staticità e alla contemplazione passiva
Marinetti e gli altri autori del manifesto proponevano un'arte che si fonde con l'esperienza quotidiana, opponendosi alla staticità e alla contemplazione passiva
Celebrazione del pericolo, energia e audacia
Il manifesto invitava a una rottura con la tradizione e a un'adesione al dinamismo della vita contemporanea, celebrando il pericolo, l'energia e l'audacia
Esaltazione del coraggio e della ribellione
Il movimento si opponeva alla letteratura incentrata sulla staticità e la meditazione, preferendo esaltare l'azione, il movimento e persino la violenza
Il Futurismo considerava la guerra come "igiene del mondo" e promuoveva il militarismo e il patriottismo come strumenti di purificazione sociale e accelerazione del progresso tecnologico
Condanna dei musei e delle accademie
Il manifesto attaccava le istituzioni culturali tradizionali, come musei e accademie, ritenute reliquie di un'epoca superata
Liberazione dall'influenza degli intellettuali conservatori
Marinetti e i futuristi ambivano a liberare l'Italia dalla "fetida cancrena" degli intellettuali conservatori e a promuovere un rinnovamento culturale e artistico radicale
Il manifesto suggeriva azioni iconoclaste, come incendiare le biblioteche e allagare i musei, per liberare la società dalle catene del passato e favorire l'emergere di nuove forme espressive
Umberto Boccioni pubblica il "Manifesto tecnico della scultura futurista" il 11 aprile 1912, ampliando i principi del movimento alla scultura
Boccioni criticava la scultura tradizionale per la sua staticità e riproduzione delle forme del passato
Il manifesto proponeva una scultura che catturasse il dinamismo, la plasticità e l'interpenetrazione dei piani, introducendo una nuova concezione dello spazio