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La subordinazione nelle frasi italiane è un meccanismo che crea relazioni di dipendenza tra proposizioni, arricchendo il discorso. Proposizioni subordinate e principali si combinano per esprimere tempo, modo, causa e altro, riflettendo la complessità del pensiero umano e fornendo dettagli essenziali per la comprensione del messaggio.
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La subordinazione è un meccanismo sintattico che permette di articolare relazioni di dipendenza tra proposizioni
La subordinata è legata alla proposizione principale sia a livello semantico che sintattico
La subordinata può specificare il tempo, il modo, la causa, la condizione, la concessione, lo scopo o il risultato dell'azione espressa nella reggente
Le subordinate possono essere di primo o secondo grado, creando una catena che può estendersi a più livelli
La struttura gerarchica delle subordinate permette di esprimere concetti complessi e riflettere la complessità del pensiero umano
Nella frase "Ho mandato una mail a Silvia per comunicarle che le decisioni erano state prese", la subordinata "per comunicarle" specifica lo scopo dell'azione principale, mentre "che le decisioni erano state prese" fornisce un ulteriore dettaglio
Le subordinate si distinguono in soggettive, che agiscono come soggetto del verbo reggente, e oggettive, che svolgono la funzione di complemento oggetto
"Sembra che Mario sia il vincitore" è un esempio di subordinata soggettiva, mentre "Isa desidera che tu sia presente" è un esempio di subordinata oggettiva
La proposizione dichiarativa è una forma di subordinata oggettiva introdotta da verbi dichiarativi come "dire", "affermare" o "promettere". La sua modalità verbale dipende dal grado di certezza o realtà attribuito al fatto espresso
Le completive hanno la funzione di un sostantivo all'interno della frase, agendo come soggetto o complemento oggetto della proposizione reggente
Le completive possono essere introdotte da una vasta gamma di verbi e locuzioni verbali
Le completive possono essere esplicite, con l'uso della congiunzione "che", o implicite, con l'uso della preposizione "di" seguita dall'infinito. La scelta dipende dalla relazione tra i soggetti delle due proposizioni e dalla natura del verbo reggente