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Il Rinascimento fiorentino e il mecenatismo di Cosimo de' Medici hanno segnato un'epoca di splendore artistico e culturale. Attraverso il finanziamento di opere come il Convento di San Marco e il Palazzo Medici, Cosimo ha promosso l'arte di Beato Angelico e l'architettura di Michelozzo, influenzando l'estetica urbana di Firenze e l'evoluzione del palazzo rinascimentale.
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Cosimo de' Medici finanziò il restauro del Convento di San Marco, affidandolo all'architetto Michelozzo di Bartolomeo
Il contributo di Beato Angelico alla decorazione del convento simboleggiava il legame tra Cosimo de' Medici e la vita religiosa
Cosimo de' Medici si riservò una cella nel convento per i suoi ritiri spirituali, dimostrando la sua dedizione alla vita religiosa e intellettuale
Michelozzo di Bartolomeo, allievo di Filippo Brunelleschi, progettò il Convento di San Marco seguendo i canoni dell'architettura rinascimentale
Il Convento di San Marco era organizzato attorno a due chiostri, il Chiostro di San Domenico e il Chiostro di Sant'Antonino, che riflettevano le funzioni monastiche
La biblioteca del Convento di San Marco, con le sue colonne ioniche e la luce naturale, rappresentava un perfetto equilibrio tra forma e funzione per lo studio e la contemplazione
Beato Angelico realizzò un ciclo di affreschi nel Convento di San Marco che si distingue per la profondità teologica e la bellezza artistica
Le opere di Beato Angelico nel Convento di San Marco seguono un programma iconografico che riflette la vita spirituale dei frati domenicani
Nelle celle monastiche, gli affreschi di Beato Angelico si caratterizzano per una semplicità compositiva e una gamma cromatica ridotta, in linea con l'ideale di povertà e meditazione dell'ordine
Nel XV secolo, i palazzi fiorentini si trasformarono, evolvendo dalla struttura medievale a una più conforme ai principi del Rinascimento
I palazzi rinascimentali, spesso commissionati da famiglie nobili come i Medici, erano caratterizzati da una distribuzione interna razionale e un cortile centrale come cuore della residenza
Nella seconda metà del Quattrocento, architetti come Benedetto da Maiano e Giuliano da Sangallo reinterpretarono e arricchirono il modello di palazzo signorile introdotto da Michelozzo