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Il film 'La passione di Giovanna d'Arco' del 1928, diretto da Carl Theodor Dreyer, è un'opera cinematografica che narra gli ultimi giorni dell'eroina francese, mettendo in luce la sua forza interiore e la sua fede incrollabile. La pellicola, attraverso i primi piani intensi, esprime l'universalità del dolore e dell'esperienza umana, e la sua riscoperta grazie al restauro ne ha riaffermato il valore artistico.
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Il film è basato sul romanzo di Joseph Delteil e sui verbali del processo di condanna di Giovanna d'Arco
Approccio storico convenzionale vs. stile astratto e stilizzato
Il regista Dreyer si allontana da un approccio storico convenzionale per abbracciare uno stile più astratto e stilizzato
Investimento nella costruzione di scenografie
Il budget per la costruzione di scenografie è notevole, con sette milioni di franchi investiti per ricostruire fedelmente il Castello di Rouen
Ispirazione dall'arte medievale e dal cinema espressionista tedesco
L'architettura del film è ispirata sia dai manoscritti miniati medievali sia dal cinema espressionista tedesco
Il regista Dreyer decide di concentrarsi sui primi piani dei personaggi, creando una "sinfonia" di espressioni che trascende il contesto storico
Il film si focalizza sugli ultimi momenti della vita di Giovanna d'Arco durante il suo processo per eresia a Rouen
Nonostante le pressioni e la tortura, Giovanna rimane ferma nelle sue convinzioni, rifiutando di rinnegare le sue visioni e la sua missione divina
Dopo aver firmato un'abiura sotto costrizione, Giovanna si pente e ritratta, venendo quindi condannata al rogo
La pellicola si conclude con l'esecuzione di Giovanna e la successiva rivolta popolare, che non riesce a impedire il suo martirio
Il film incontrò l'opposizione di gruppi nazionalisti e di autorità religiose e governative in Francia, ritardando il suo debutto e imponendo tagli significativi
Il negativo originale e una seconda versione andarono perduti in seguito a incendi, e il film fu distribuito in diverse edizioni modificate
Nel 1981 fu scoperta una copia del negativo originale in un istituto psichiatrico norvegese, permettendo un restauro fedele e la creazione di un'edizione definitiva
La Cinémathèque française curò un'edizione restaurata che rispettasse la frequenza dei fotogrammi originale, permettendo al pubblico contemporaneo di apprezzare il film nella sua forma più vicina a quella concepita dal regista Dreyer