La crisi della Confederazione e la Shays' Rebellion sottolineano la necessità di un governo centrale forte negli USA, portando alla Convenzione di Filadelfia e alla nascita della Costituzione federale. Quest'ultima introduce un sistema di checks and balances tra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, e stabilisce il dibattito tra federalisti e antifederalisti, culminando nella ratifica della Costituzione e nell'aggiunta di emendamenti per le libertà civili.
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Gli Articoli di Confederazione, adottati nel 1781, rappresentarono il primo tentativo di organizzazione nazionale degli Stati Uniti d'America
La rivolta del Massachusetts del 1786-1787, nota come Shays' Rebellion, evidenziò le tensioni interne e la necessità di un governo centrale più forte
La Confederazione lottava con una debolezza finanziaria cronica, poiché il Congresso non aveva il potere di riscuotere tasse direttamente dagli Stati
Nel maggio 1787 si tenne la Convenzione di Filadelfia, con la partecipazione di delegati di dodici dei tredici Stati, per risolvere le criticità emerse sotto gli Articoli di Confederazione
I delegati decisero di redigere una nuova Costituzione, completata nel settembre del 1787, che stabilì un sistema federale di governo e introdusse principi innovativi come la separazione dei poteri e un sistema di controlli e bilanciamenti
La situazione geopolitica e le criticità interne evidenziate dalla rivolta del Massachusetts resero necessarie riforme per creare istituzioni fiscali efficaci e difendere gli interessi nazionali
La Costituzione degli Stati Uniti istituì un governo federale con una chiara separazione dei poteri tra le sue tre branche principali
Il potere legislativo fu assegnato al Congresso, bicamerale, con la Camera dei Rappresentanti e il Senato, eletti in base alla popolazione degli Stati
Il potere esecutivo fu conferito al Presidente degli Stati Uniti, eletto ogni quattro anni tramite un sistema elettorale indiretto, con il potere di nominare i membri del gabinetto e di esercitare il veto sulle leggi
Il potere giudiziario fu affidato alla Corte Suprema e alle corti federali inferiori, con il compito di interpretare la Costituzione e le leggi federali
I federalisti, tra cui Alexander Hamilton, James Madison e John Jay, sostenevano un governo centrale forte e argomentarono a favore della nuova struttura governativa nelle pubblicazioni collettive note come "The Federalist Papers"
Gli antifederalisti, tra cui Patrick Henry e George Mason, espressero preoccupazioni per la perdita di autonomia e libertà individuali e chiesero una Carta dei Diritti che tutelasse le libertà civili
Alla fine, la promessa di aggiungere emendamenti per tutelare i diritti individuali contribuì all'approvazione della Costituzione, che entrò in vigore nel 1789 dopo la ratifica da parte di nove Stati
La Costituzione degli Stati Uniti stabilì un sistema elettorale indiretto per la scelta del Presidente, noto come Collegio Elettorale, per bilanciare l'influenza degli Stati con popolazioni diverse
La Costituzione delineò il ruolo della Corte Suprema come custode della legalità costituzionale, con il potere di dichiarare incostituzionali le leggi e gli atti del governo, rafforzando così il sistema di freni e contrappesi tra i rami del governo