La divisione dell'Impero Romano nel 395 d.C. e l'ascesa delle invasioni barbariche segnarono l'inizio del declino dell'Occidente. Fattori economici, sociali e politici contribuirono alla caduta, con eventi come i saccheggi di Roma e l'ascesa di Odoacre, che pose fine all'Impero Romano d'Occidente e inaugurò il Medioevo.
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Dopo la morte di Teodosio I, l'Impero Romano fu diviso tra i suoi figli Onorio e Arcadio
Arruolamento di tribù barbariche come foederati
Per contenere le pressioni esterne, i Romani arruolarono tribù barbariche come alleati militari
Difesa dell'Impero da parte di Stilicone
Stilicone, magister militum di origine germanica, difese con successo l'Impero Romano d'Occidente fino alla sua morte nel 408
Nel 410, i Visigoti guidati da Alarico I saccheggiarono Roma, causando un duro colpo al prestigio dell'Impero
Nel V secolo, gli Unni e i Vandali minacciarono l'Italia e saccheggiarono Roma, dimostrando la vulnerabilità dell'Impero
L'estensione dell'impero e la necessità di mantenere un grande esercito portarono a un onere fiscale insostenibile e alla dipendenza dei piccoli proprietari terrieri dai grandi latifondisti
Il declino del commercio e l'abbandono delle città portarono a un regresso economico e a un'economia prevalentemente agricola e autarchica
L'aristocrazia romana, sempre più disinteressata alla vita pubblica, si ritirò nelle proprie tenute, lasciando un vuoto di potere che contribuì all'instabilità politica
Il processo di privatizzazione del potere e di frammentazione dell'autorità centrale facilitò la transizione verso un sistema feudale, basato su legami personali e obbligazioni di lealtà tra signori e vassalli
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