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La teoria sociale femminista emerge come critica alle dicotomie di genere, con Simone de Beauvoir che pone le basi per gli studi moderni. L'intersezionalità e la distinzione tra sesso e genere sono centrali nell'analisi delle disuguaglianze e nella promozione dell'uguaglianza.
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La teoria femminista critica la divisione binaria tra maschile e femminile nella società
La teoria femminista critica la mancanza di una prospettiva di genere nella sociologia tradizionale
Il movimento femminista ha contribuito a portare le questioni di genere all'attenzione della sociologia e a sfidare l'assenza di una prospettiva di genere nelle analisi sociali
La teoria femminista mira a esaminare e smantellare le strutture di potere che perpetuano le disuguaglianze di genere
La teoria femminista si impegna a promuovere l'uguaglianza e l'emancipazione delle donne nella società
La teoria femminista è caratterizzata da una pluralità di voci e correnti che condividono l'obiettivo di comprendere le radici delle disuguaglianze di genere e di affrontarne le conseguenze nella società
Simone de Beauvoir ha gettato le fondamenta per la teoria femminista moderna con la pubblicazione de "Il secondo sesso" nel 1949
De Beauvoir utilizza un'analisi esistenzialista per indagare la condizione delle donne nella società patriarcale
De Beauvoir introduce la distinzione tra sesso (caratteristiche biologiche) e genere (caratteristiche socialmente costruite) nella teoria femminista