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La Russia del XVII secolo vide profondi cambiamenti sociali e politici. Con la servitù della gleba, i contadini furono legati alla terra e ai signori, mentre le riforme di Pietro il Grande modernizzarono lo stato e l'esercito, influenzando anche la Chiesa e la cultura russa.
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Il Codice del 1649 cristallizzò la divisione in tre classi sociali: nobiltà di stato, mercanti e artigiani, e contadini
Il Codice del 1649 legalizzò la servitù della gleba, aggravando la condizione dei contadini e limitando la loro mobilità sociale e geografica
L'immobilità sociale generò tensioni che portarono a rivolte, come quella dei mercanti nel 1656 e quella dei cosacchi guidata da Stenka Razin nel 1670
Pietro il Grande viaggiò in Europa occidentale per studiare le pratiche amministrative e tecnologiche avanzate e desiderava trasformare la Russia in una potenza moderna
Dopo la sconfitta a Narva nel 1700, Pietro il Grande riformò l'esercito e fondò una potente marina militare, ottenendo una vittoria decisiva a Poltava nel 1709
Pietro il Grande riformò l'amministrazione statale, creando un Senato e abolendo la Duma dei boiari, e promosse l'ascesa sociale basata sul merito e le competenze attraverso la Tabella dei ranghi
Pietro il Grande abolì il patriarcato e creò un Santo Sinodo, promosse l'istruzione e incoraggiò l'adozione di usanze occidentali tra l'élite russa, accelerando il processo di occidentalizzazione della società russa