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La Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana e l'Intervento Franco-Piemontese

La Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana del 1859 fu un momento chiave per l'unificazione del paese. L'alleanza franco-piemontese, con figure come Cavour e Garibaldi, combatté contro l'Austria. Le battaglie di Magenta e Solferino e l'armistizio di Villafranca furono eventi decisivi, seguiti dalle annessioni di Lombardia, Toscana e Emilia al Regno di Sardegna.

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1

Nel ______ si svolse la Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana, fondamentale per l'unificazione del paese.

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1859

2

Il primo ministro del Regno di Sardegna, ______, fu una figura chiave nell'alleanza franco-piemontese durante il conflitto.

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Camillo Benso, conte di Cavour

3

La guerra terminò con l'armistizio di ______, firmato senza il consenso del Regno di Sardegna.

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Villafranca

4

Conseguenze Armistizio di Villafranca

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Cessione Lombardia a Francia, poi a Sardegna; Veneto resta austriaco; senso di incompiutezza unificazione.

5

Pace di Zurigo - Data e Contenuto

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Novembre 1859, formalizza cessione Lombardia escluso Mantova e Peschiera, Veneto non incluso.

6

Ritiro Napoleone III dal conflitto

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Preoccupazione per opinione pubblica francese e rischio intervento prussiano; ritira supporto a guerra.

7

Nel periodo tra ______ e ______ del 1859, l'Italia centrale fu teatro di rivolte spontanee e influenzate dalla Società Nazionale.

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aprile giugno

8

Dopo le rivolte, i governi provvisori nati offrirono il comando a ______ ______ II e nell'estate si votò per unirsi al ______ di ______.

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Vittorio Emanuele Regno Sardegna

9

Le assemblee estive decisero per l'annessione al ______ di ______, un risultato non previsto da ______, che desiderava un'Italia repubblicana.

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Regno Sardegna Mazzini

10

I moti del 1859 dimostrarono il favore popolare verso un'Italia unita sotto la dinastia ______, contrariamente alle idee repubblicane di ______.

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sabauda Mazzini

11

Rientro di Cavour al potere

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1860, Cavour torna come primo ministro e guida l'unificazione italiana.

12

Cessione di Nizza e Savoia

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1860, Cavour cede Nizza e Savoia alla Francia per sostegno all'unificazione.

13

Reazione di Garibaldi alla cessione

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Garibaldi critica la cessione di Nizza e Savoia, sua città natale.

14

Durante lo stesso periodo, il ______ rimaneva sotto il dominio austriaco.

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Veneto

15

Lo Stato Pontificio governava ancora su ______, Umbria e Marche.

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Lazio

16

Il sud dell'Italia era dominato dal ______ delle Due Sicilie.

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Regno

17

Cavour e le potenze europee erano inclini verso l'idea di una ______ di stati italiani.

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confederazione

18

L'impresa dei Mille, guidata da ______, fu cruciale per accelerare l'unificazione d'Italia.

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Garibaldi

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana e l'Intervento Franco-Piemontese

La Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana (1859) fu un episodio cruciale nel processo di unificazione nazionale. Il conflitto vide contrapposti l'Impero Austriaco e l'alleanza franco-piemontese, quest'ultima guidata da Camillo Benso, conte di Cavour, primo ministro del Regno di Sardegna. L'intervento francese, promesso da Napoleone III in cambio di Nizza e della Savoia, fu determinante per le sorti della guerra. Le truppe piemontesi furono affiancate da numerosi volontari, tra cui spiccava la figura di Giuseppe Garibaldi e i suoi Cacciatori delle Alpi. Le battaglie di Magenta e Solferino furono decisive, ma la guerra si concluse inaspettatamente con l'armistizio di Villafranca, firmato da Napoleone III e l'imperatore austriaco Francesco Giuseppe, senza consultare i piemontesi. Cavour, indignato, si dimise in seguito alla decisione di Vittorio Emanuele II di accettare l'armistizio.
Dipinto storico della Battaglia di Solferino e San Martino con soldati in uniforme blu e rossa impegnati in combattimento su terreno collinare.

Le Conseguenze Politiche dell'Armistizio e la Pace di Zurigo

L'armistizio di Villafranca ebbe significative conseguenze politiche. La pace di Zurigo, firmata nel novembre 1859, formalizzò la cessione della Lombardia (ad eccezione delle fortezze di Mantova e Peschiera) all'Impero Francese, che a sua volta la passò al Regno di Sardegna. Il Veneto rimase sotto il dominio austriaco, creando un senso di incompiutezza nell'opera di unificazione. Napoleone III, preoccupato per la reazione dell'opinione pubblica francese e il rischio di un intervento prussiano, decise di ritirarsi dal conflitto. Nel frattempo, le insurrezioni in Toscana, nei Ducati e nelle Legazioni avevano portato alla formazione di governi provvisori inclini all'annessione al Piemonte, nonostante gli accordi di Villafranca prevedessero il ritorno dei sovrani deposti.

Le Sollevazioni nell'Italia Centrale e il Ruolo della Società Nazionale

Le sollevazioni che scossero l'Italia centrale nell'aprile-giugno 1859 furono un fenomeno spontaneo, ma anche il risultato dell'azione della Società Nazionale, un'organizzazione patriottica che promuoveva l'unità italiana sotto la monarchia sabauda. I governi provvisori formatisi in seguito alle sollevazioni offrirono il potere a Vittorio Emanuele II e, durante l'estate, si tennero assemblee che votarono per l'annessione al Regno di Sardegna. Questi eventi non erano stati previsti da Mazzini, che aveva immaginato un'Italia unita ma repubblicana, e dimostrarono un crescente consenso popolare verso l'idea di un'Italia unificata sotto la guida sabaude.

I Plebisciti del 1860 e la Formazione del Regno di Sardegna Allargato

Nel 1860, con il rientro di Cavour al potere, si tennero plebisciti in Toscana, Parma, Modena e nelle ex Legazioni Papali per ratificare l'annessione al Regno di Sardegna. Questi plebisciti, caratterizzati da un'ampia partecipazione e da risultati schiacciantemente favorevoli all'unione, confermarono l'annessione di queste regioni. La Lombardia era stata già annessa nel gennaio 1860. In seguito, per ottenere il sostegno francese all'unificazione, Cavour accettò la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia, una decisione che suscitò polemiche e malcontento, in particolare da parte di Garibaldi. Le potenze europee, pur con qualche perplessità, riconobbero i nuovi confini del Regno di Sardegna.

Il Nuovo Assetto Politico dell'Italia nel 1860

All'inizio del 1860, l'Italia presentava un assetto politico radicalmente trasformato: il Regno di Sardegna aveva esteso il suo dominio su Lombardia, Toscana, Emilia e Romagna, mentre il Veneto rimaneva sotto il controllo austriaco. Lo Stato Pontificio manteneva il controllo su Lazio, Umbria e Marche, e al sud persisteva il Regno delle Due Sicilie. Questa configurazione territoriale, impensabile solo un anno prima, apriva la strada a diverse possibilità per il futuro politico della penisola, tra cui l'idea di una confederazione di stati italiani, preferita da Cavour e dalle potenze europee. Tuttavia, l'azione dei democratici e l'impresa dei Mille guidata da Garibaldi avrebbero presto accelerato il processo di unificazione nazionale.