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Giulio Cesare, figura chiave nella storia di Roma, estese il suo potere con riforme e alleanze, fino all'assassinio che segnò la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero.
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Giulio Cesare era un leader carismatico e ambizioso che estese il suo potere attraverso successi militari e politici
Attraversamento del Rubicone e inizio della guerra civile
Nel 49 a.C., Giulio Cesare attraversò il Rubicone, dando inizio alla guerra civile contro Pompeo Magno
Sconfitta delle forze di Pompeo in diverse battaglie
Dopo aver temporaneamente affidato il governo della città a Marco Antonio, Cesare sconfisse le forze di Pompeo in diverse battaglie, culminando nella decisiva vittoria di Farsalo nel 48 a.C
Dopo la morte di Pompeo in Egitto, Cesare stabilì un'alleanza con Cleopatra, che divenne regina e sua amante, segnando l'inizio dell'influenza romana sull'Egitto
Dopo aver consolidato il suo potere, Giulio Cesare si impegnò in un programma di riforme per rafforzare lo stato romano
Nel 44 a.C., Cesare fu nominato dittatore a vita, un atto che concentrò il potere esecutivo nelle sue mani e che segnò una deviazione significativa dalla tradizione repubblicana
Cesare introdusse riforme amministrative, come la creazione del calendario giuliano, e politiche di clemenza verso i suoi ex nemici
Cesare ampliò il Senato e creò nuove magistrature per gestire meglio l'amministrazione delle province
Cesare estese la cittadinanza romana a popolazioni al di fuori dell'Italia e promosse l'integrazione di elementi provinciali meritevoli nella classe dirigente
Cesare fondò colonie per i veterani, contribuendo alla diffusione della cultura romana e al consolidamento del controllo romano nelle province
Cesare assicurò all'aristocrazia la conservazione delle loro terre e ampliò il Senato, includendo rappresentanti di nuovi ceti sociali
Cesare affrontò il problema della povertà urbana riducendo il numero di beneficiari delle distribuzioni di grano e promuovendo l'occupazione attraverso grandi lavori pubblici e la colonizzazione di nuove terre
Il 15 marzo 44 a.C., Cesare fu assassinato da un gruppo di senatori guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, motivati dalla paura della sua crescente autorità e dalla possibilità che si proclamasse re
Nonostante Cesare avesse rifiutato il diadema, il suo assassinio non riuscì a preservare la Repubblica, ma portò a un periodo di guerre civili che culminarono nell'ascesa di Ottaviano Augusto e nella nascita dell'Impero Romano