La fondazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861 segnò l'unificazione dei vari stati preesistenti. Dopo la morte di Cavour, il paese affrontò sfide come il divario Nord-Sud, l'analfabetismo e la necessità di modernizzare l'economia. Le riforme della Destra storica e le agitazioni popolari caratterizzarono questo periodo, culminando con l'annessione di Roma e del Veneto.
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Il 17 marzo 1861 rappresenta una pietra miliare nella storia italiana
Diversi stati preesistenti furono unificati sotto un'unica corona
La scomparsa di Cavour il 6 giugno 1861 lasciò il paese di fronte a sfide monumentali
Il Regno nascente doveva colmare un profondo divario economico e sociale tra il Nord industrializzato e il Sud agricolo
Circa il 75% della popolazione era analfabeta e ciò rappresentava una sfida per il nuovo Regno
Era necessario modernizzare un'economia prevalentemente agraria e stabilire un sistema uniforme in tutta la nazione
Il governo dovette decidere tra un modello centralizzato o decentrato, con prevalenza dell'accentramento
Il Regno ereditò un pesante debito pubblico dagli stati preunitari, che fu risanato solo nel 1876
La questione romana emerse a causa dell'esclusione di Roma e del Lazio, ancora sotto il controllo papale, dall'unificazione
La questione territoriale si concentrava sull'integrazione di regioni come il Veneto ancora sotto il dominio austro-ungarico
La Destra storica, al potere fino al 1876, promuoveva l'accentramento amministrativo e il libero scambio
La Sinistra storica, formata da ex garibaldini e mazziniani, sosteneva il decentramento, il protezionismo e le riforme democratiche
La Destra storica promuoveva l'accentramento amministrativo e il libero scambio, che favorì l'agricoltura settentrionale ma danneggiò il Sud e le industrie emergenti
La Sinistra storica sosteneva il decentramento, il protezionismo e l'attuazione di riforme democratiche
La Destra storica favorì lo sviluppo dell'industria settentrionale ma penalizzò l'agricoltura meridionale attraverso il liberalismo e politiche di austerità
I governi della Destra storica si adoperarono per unificare legislativamente e amministrativamente il paese
Lo Statuto albertino fu adottato come carta costituzionale
Furono introdotte nuove leggi e istituzioni piemontesi in tutto il territorio nazionale
La Destra storica promosse il libero scambio e lo sviluppo dell'industria settentrionale
Per risanare il debito pubblico, furono introdotte nuove imposte e politiche di austerità che causarono malcontento e proteste popolari
Le condizioni sociali erano caratterizzate da notevoli disparità tra Nord, Centro e Sud, con un'agricoltura avanzata al Nord e mezzadria e latifondo al Centro e Sud
L'Inchiesta Jacini del 1884 rivelò le condizioni di estrema povertà e sfruttamento dei lavoratori agricoli, soprattutto nel Mezzogiorno
Le condizioni di disagio e sfruttamento portarono a numerose proteste e rivolte, come il fenomeno del brigantaggio, che furono represse con leggi speciali
Le agitazioni popolari furono represse con leggi speciali e misure di sicurezza