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La fondazione del Regno d'Italia e le prime difficoltà

La fondazione del Regno d'Italia il 17 marzo 1861 segnò l'unificazione dei vari stati preesistenti. Dopo la morte di Cavour, il paese affrontò sfide come il divario Nord-Sud, l'analfabetismo e la necessità di modernizzare l'economia. Le riforme della Destra storica e le agitazioni popolari caratterizzarono questo periodo, culminando con l'annessione di Roma e del Veneto.

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1

Data proclamazione Regno d'Italia

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17 marzo 1861, unificazione degli stati pre-unitari sotto un'unica corona.

2

Morte di Cavour

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6 giugno 1861, lasciò l'Italia di fronte a sfide senza il suo primo Primo Ministro.

3

Divario Nord-Sud

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Nord industrializzato, Sud agricolo; necessità di ridurre disuguaglianze economiche e sociali.

4

Il ______ d'Italia ha dovuto risolvere importanti problemi subito dopo la sua formazione.

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governo del Regno

5

La scelta tra un modello di governo ______ e uno ______ fu una delle prime questioni istituzionali.

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centralizzato decentrato

6

Nonostante le preferenze di ______ per il decentramento, si scelse l'______.

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Cavour accentramento

7

La questione finanziaria era collegata al ______ pubblico accumulato dagli stati italiani preesistenti.

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debito

8

Il debito pubblico degli stati preunitari fu sanato nel ______ con il pareggio di bilancio.

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1876

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La ______ romana fu causata dall'esclusione di ______ e del Lazio dall'unificazione italiana.

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questione Roma

10

La questione territoriale riguardava l'integrazione del ______ e di altre aree ancora sotto il controllo ______.

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Veneto austro-ungarico

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Destra storica: periodo al potere

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Al potere fino al 1876, promuoveva l'accentramento e il libero scambio.

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Influenza della Destra storica sulle regioni italiane

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Favorì l'agricoltura settentrionale, danneggiò il Sud e le industrie nascenti.

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Caratteristiche della Sinistra storica

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Composta da ex garibaldini, mazziniani, piemontesi; sosteneva decentramento, protezionismo, riforme democratiche.

14

I governi della ______ storica lavorarono all'armonizzazione delle leggi e dell'amministrazione in Italia, diffondendo le norme del Piemonte su scala nazionale.

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Destra

15

Una delle riforme principali fu l'adozione dello ______ albertino come carta fondamentale dello Stato italiano.

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Statuto

16

L'Italia fu organizzata in ______ come parte del processo di unificazione amministrativa.

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province

17

Fu introdotto un codice ______ e resa obbligatoria l'istruzione per due anni.

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civile

18

La coscrizione ______ divenne un requisito per tutti i cittadini maschi italiani.

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militare

19

Il ______ favorì l'industria serica del nord ma danneggiò l'agricoltura del sud.

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liberalismo

20

Per affrontare il debito nazionale, il ministro ______ Sella introdusse nuove tasse e misure di austerità.

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Quintino

21

La tassa sul ______ fu una delle imposte introdotte per ridurre il debito pubblico, causando insoddisfazione e proteste.

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macinato

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Inchiesta Jacini 1884

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Indagine sulle condizioni dei lavoratori agricoli, evidenziò povertà e sfruttamento, soprattutto al Sud.

23

Risposta alle proteste agrarie

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Repressione severa delle rivolte, come il brigantaggio, con l'adozione di leggi speciali.

24

Il problema relativo al controllo di ______ fu risolto solo nel ______, quando l'Italia poté finalmente dichiararla sua ______.

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Roma 1870 capitale

25

Dopo la caduta di ______ III a ______, l'Italia non fu più vincolata dagli accordi precedenti e poté annettere ______.

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Napoleone Sedan Roma

26

La ______ delle guarentigie fu un tentativo di stabilire i rapporti tra lo ______ e la ______, ma non fu accettata da ______.

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legge Stato Chiesa Pio IX

27

L'alleanza con la ______ nel ______ aiutò l'Italia ad acquisire il ______, nonostante le sconfitte a ______ e ______.

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Prussia 1866 Veneto Custoza Lissa

28

La ______ di settembre del ______ imponeva all'Italia di difendere il territorio ______.

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Convenzione 1864 pontificio

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La fondazione del Regno d'Italia e le prime difficoltà

Il 17 marzo 1861 rappresenta una pietra miliare nella storia italiana, con la proclamazione del Regno d'Italia che unificò diversi stati preesistenti sotto un'unica corona. La scomparsa di Camillo Benso, conte di Cavour, avvenuta il 6 giugno 1861, lasciò il paese di fronte a sfide monumentali. Il Regno nascente doveva colmare un profondo divario economico e sociale tra il Nord industrializzato e il Sud agricolo, ridurre un tasso di analfabetismo che affliggeva circa il 75% della popolazione e modernizzare un'economia prevalentemente agraria. Era inoltre necessario stabilire un sistema legislativo, monetario, fiscale, educativo e di misurazione uniforme in tutta la nazione.
Aula parlamentare ottocentesca vuota con banchi in legno scuro, tribuna centrale e lampadari a braccio, pareti con tendaggi pesanti.

Le questioni prioritarie del nascente Regno d'Italia

Il governo del Regno d'Italia dovette affrontare immediatamente questioni cruciali. La questione istituzionale riguardava la scelta tra un modello di governo centralizzato e uno decentrato; nonostante le inclinazioni di Cavour verso il decentramento, prevalse l'accentramento. La questione finanziaria era legata al pesante debito pubblico ereditato dagli stati preunitari, che fu risanato solo nel 1876 con il pareggio di bilancio. La questione romana emerse a causa dell'esclusione di Roma e del Lazio, ancora sotto il controllo papale, dall'unificazione. Infine, la questione territoriale si concentrava sull'integrazione del Veneto e di altre regioni ancora sotto dominio austro-ungarico.

Le correnti politiche nel Parlamento italiano: Destra e Sinistra storiche

Nel Parlamento italiano si delineavano due principali fazioni politiche: la Destra e la Sinistra storiche, entrambe con radici nella borghesia e nell'aristocrazia. La Destra storica, al potere fino al 1876 e composta principalmente da esponenti del Nord, promuoveva l'accentramento amministrativo e il libero scambio, che beneficiò l'agricoltura settentrionale ma danneggiò il Sud e le industrie emergenti. La Sinistra storica, formata da ex garibaldini, mazziniani e membri della Sinistra costituzionale piemontese, sosteneva il decentramento, il protezionismo e l'attuazione di riforme democratiche.

Le riforme e le politiche economiche della Destra storica

I governi della Destra storica si adoperarono per l'unificazione legislativa e amministrativa del paese, estendendo le leggi e le istituzioni piemontesi a tutto il territorio nazionale. Tra le riforme più rilevanti figurano l'adozione dello Statuto albertino come carta costituzionale, la suddivisione del paese in province, l'introduzione del codice civile, l'istituzione dell'obbligo scolastico di due anni e la coscrizione militare obbligatoria. In ambito economico, il liberalismo favorì lo sviluppo dell'industria serica settentrionale ma penalizzò l'agricoltura meridionale. Per risanare il debito pubblico, il ministro Quintino Sella introdusse nuove imposte, come la tassa sul macinato, e politiche di austerità che suscitarono malcontento e proteste popolari.

Le condizioni sociali e le agitazioni popolari nel Regno

Le condizioni sociali in Italia erano caratterizzate da notevoli disparità. Nel Nord prevaleva un'agricoltura avanzata, mentre al Centro dominava la mezzadria e al Sud il latifondo. L'Inchiesta Jacini del 1884 mise in luce le condizioni di estrema povertà e sfruttamento dei lavoratori agricoli, soprattutto nel Mezzogiorno. Questo contesto di disagio sfociò in numerose proteste e rivolte, come il fenomeno del brigantaggio, che furono represse con severità attraverso leggi speciali.

La risoluzione della questione romana e l'acquisizione del Veneto

La questione romana rimase irrisolta fino al 1870, con vari tentativi infruttuosi di annettere Roma e con la Convenzione di settembre del 1864 che obbligava l'Italia a proteggere il territorio pontificio. La caduta di Napoleone III a Sedan nel 1870 liberò il governo italiano dagli accordi precedenti, consentendo l'ingresso di Roma nel Regno e la sua proclamazione a capitale nel 1871. La legge delle guarentigie tentò di definire i rapporti tra Stato e Chiesa, ma fu rifiutata da Pio IX. Contemporaneamente, l'alleanza con la Prussia nel 1866 permise all'Italia di annettere il Veneto in seguito alla sconfitta austriaca, nonostante le perdite subite nelle battaglie di Custoza e Lissa.