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La Shoah: il genocidio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

La Shoah, o Olocausto, fu il genocidio di sei milioni di ebrei da parte del regime nazista. Con leggi razziali e campi di sterminio, mirava all'annientamento ebraico.

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1

Il regime ______ e i suoi alleati hanno perpetrato la Shoah tra il ______ e il 1945.

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nazista 1941

2

Leggi razziali in Germania

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Introdotti nel 1933, culminati nelle leggi di Norimberga del 1935, miravano a escludere gli ebrei dalla società.

3

Ruolo della burocrazia nella Shoah

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La burocrazia statale aiutò a identificare gli ebrei e organizzare la logistica dello sterminio.

4

Contributo di professionisti al genocidio

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Medici, scienziati e altri professionisti furono complici nell'attuazione delle politiche di sterminio.

5

Auschwitz-Birkenau è riconosciuto come il più famoso e mortale centro di ______ tra i campi di concentramento.

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sterminio

6

Condizioni di vita nei campi

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Disumane: fame, malattie, lavoro forzato, morte comune.

7

Metodi di punizione

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Esecuzioni, torture, punizioni corporali quotidiane.

8

Strategia nazista

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Deprivazione dignità e identità per annientamento sistematico.

9

A ______ iniziò l'equipaggiamento di strutture con camere a gas e forni crematori per eliminare migliaia di persone ogni giorno.

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partire dal 1941

10

Origine termine 'genocidio'

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Coniato da Raphael Lemkin nel 1944 per descrivere i crimini dell'Olocausto.

11

Convenzione sul genocidio (1948)

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Documento ONU che definisce il genocidio come crimine internazionale e ne stabilisce la prevenzione e repressione.

12

Entrata in vigore Convenzione sul genocidio

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1951, segna inizio possibilità di perseguire legalmente i responsabili di genocidi.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Definizione e portata della Shoah

La Shoah, che in ebraico significa "catastrofe", è il termine utilizzato per descrivere il genocidio sistematico di sei milioni di ebrei, perpetrato dal regime nazista e dai suoi alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, precisamente dal 1941 al 1945. Questo evento storico, conosciuto anche come Olocausto, rappresentò non solo un massacro su vasta scala, ma anche un tentativo di annientare l'identità ebraica in tutte le sue forme, compresa la cultura e il patrimonio storico. La "soluzione finale della questione ebraica", come veniva definita dai nazisti, prevedeva la completa distruzione degli ebrei, che venivano sistematicamente privati dei loro diritti, proprietà e, infine, della vita.
Binari ferroviari che si estendono verso l'orizzonte sotto un cielo nuvoloso, con ghiaia ai lati e atmosfera malinconica.

La pianificazione e l'esecuzione del genocidio

Il genocidio ebraico fu il risultato di una politica di stato meticolosamente pianificata, che ebbe inizio con la promulgazione delle leggi razziali e l'instaurazione di un clima di antisemitismo in Germania a partire dal 1933. Le leggi di Norimberga del 1935 furono un ulteriore passo verso la marginalizzazione e la persecuzione degli ebrei. La Shoah fu realizzata attraverso un'organizzazione quasi industriale che coinvolse diversi settori della società tedesca, inclusi i trasporti ferroviari e le aziende che producevano le tecnologie necessarie per l'uccisione di massa, come le camere a gas e i forni crematori. La burocrazia statale, insieme a medici, scienziati e altri professionisti, fu complice nell'identificare gli individui da considerare ebrei e nell'organizzare la logistica dello sterminio.

I campi di concentramento come strumenti di terrore

I campi di concentramento, istituiti inizialmente nel 1933 per detenere oppositori politici e altri gruppi ritenuti indesiderabili dal regime nazista, divennero rapidamente strumenti centrali nel sistema di sterminio. Con il progredire della guerra, questi campi furono utilizzati per imprigionare e uccidere milioni di persone, tra cui ebrei, Rom, omosessuali, testimoni di Geova, disabili e prigionieri di guerra sovietici. Le condizioni di vita nei campi erano atroci, con prigionieri costretti a lavori forzati, sottoposti a esperimenti medici, affamati, maltrattati e uccisi. I campi di concentramento divennero sinonimo di morte e degradazione umana, con Auschwitz-Birkenau che rappresenta il più noto e letale di questi centri di sterminio.

La distruzione individuale nei campi di concentramento

La vita quotidiana nei campi di concentramento era caratterizzata da una violenza inaudita e sistematica. I detenuti erano privati della loro identità personale, spesso ridotti a un numero tatuato sul braccio, e sottoposti a condizioni di vita disumane. La morte era onnipresente, con esecuzioni sommarie, torture e punizioni corporali che erano all'ordine del giorno. La sopravvivenza era resa ancor più difficile dalla fame, dalle malattie e dall'esaurimento fisico causato dal lavoro forzato. La sistematica deprivazione della dignità e dell'identità umana era parte integrante della strategia nazista di annientamento.

I campi di sterminio e la massimizzazione dell'orrore

I campi di sterminio, come Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka, Auschwitz-Birkenau e Majdanek, furono costruiti con l'obiettivo specifico di massimizzare l'efficienza dello sterminio di massa. A partire dal 1941, queste strutture furono dotate di camere a gas e forni crematori capaci di uccidere e smaltire migliaia di persone ogni giorno. L'industrializzazione della morte raggiunse il suo apice in questi luoghi, dove la vita umana veniva spesso estinta entro poche ore dall'arrivo dei deportati.

La nascita del concetto di genocidio e la risposta internazionale

La scoperta dell'entità dell'Olocausto da parte degli Alleati durante e dopo la guerra portò alla formulazione del termine "genocidio" da parte del giurista polacco Raphael Lemkin nel 1944. La comunità internazionale, sotto l'egida delle Nazioni Unite, riconobbe il genocidio come crimine contro l'umanità e nel 1948 adottò la Convenzione per la prevenzione e la repressione del genocidio, che entrò in vigore nel 1951. Questo documento fondamentale del diritto internazionale stabilì le basi per perseguire e condannare i responsabili di genocidi, segnando un punto di svolta nella lotta contro l'impunità per i crimini più gravi contro l'umanità.