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La crisi post-bellica e il Biennio Rosso segnano un periodo di turbolenze in Italia, con scioperi e occupazioni di fabbriche. L'impresa di Fiume di D'Annunzio esalta il nazionalismo.
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, l'Italia si trovò ad affrontare una difficile transizione da un'economia basata sulla produzione bellica a una basata sulla pace
Il rientro dei soldati e la riconversione delle industrie causarono un aumento della disoccupazione e un crescente malcontento sociale tra operai e contadini
L'esempio della Rivoluzione d'Ottobre in Russia ispirò le lotte sociali in Italia durante il periodo del Biennio Rosso
Il Biennio Rosso fu caratterizzato da un intenso periodo di agitazione sociale, con scioperi, occupazioni di fabbriche e terre, e scontri con le forze dell'ordine
Le lotte contadine furono particolarmente accese nelle regioni agricole del Nord Italia e nelle aree collinari del Centro
Anche nelle città si registrarono tensioni, con manifestazioni e disordini causati dall'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità
Nel settembre 1920, i lavoratori italiani occuparono le fabbriche come forma di autogestione e di protesta contro il sistema capitalistico
Nel settembre 1919, il poeta e soldato Gabriele D'Annunzio guidò l'occupazione della città di Fiume per rivendicarne l'annessione all'Italia, contribuendo a fomentare un clima nazionalista e rivoluzionario