"Il Gattopardo" di Luchino Visconti: un adattamento cinematografico fedele al testo originale

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La trasposizione cinematografica de 'Il Gattopardo', romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è un film del 1963 diretto da Luchino Visconti. Con Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale, il film esplora il declino dell'aristocrazia durante il Risorgimento italiano e la nascita della borghesia, attraverso simbolismi e una narrazione che fonde la visione esterna con quella intima del protagonista, il principe Salina.

Riassunto

Schema

La Trasposizione Cinematografica de "Il Gattopardo"

"Il Gattopardo", romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è stato trasformato in un film diretto da Luchino Visconti nel 1963. La sceneggiatura è stata curata da Visconti insieme a Suso Cecchi d'Amico, Enrico Medioli e Pasquale Festa Campanile. Il film, una produzione italo-francese della Titanus, vede protagonisti Burt Lancaster nel ruolo del principe Salina, Alain Delon come Tancredi e Claudia Cardinale nel ruolo di Angelica. Quest'opera cinematografica si è distinta per la fedeltà al testo originale e per il suo successo critico e di pubblico, vincendo premi prestigiosi come il David di Donatello per i migliori produttori, la Palma d'Oro al Festival di Cannes e il Nastro d'Argento per la miglior fotografia a colori.

Sala nobiliare ottocentesca con tavolo ovale in legno scuro e sedie rosse, candelabro d'argento, specchi dorati, statue marmoree e tappeto persiano.

Il Contesto Storico e la Trama del Film

"Il Gattopardo" è ambientato nel periodo del Risorgimento italiano e narra la storia di Don Fabrizio Salina, un principe siciliano che si sforza di mantenere il proprio status in un'era di cambiamento. Con l'arrivo di Garibaldi e dei Mille, Salina si adatta ai nuovi eventi: sostiene l'adesione del nipote Tancredi ai garibaldini, vota per l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna e favorisce il matrimonio di Tancredi con Angelica, figlia di un ricco borghese. Nonostante ciò, declina l'offerta di un seggio senatoriale, segno della sua inadeguatezza ai nuovi tempi. Il film culmina con un fastoso ballo a Palermo, dove Salina riflette sulla decadenza dell'aristocrazia e sull'ascesa della borghesia, un mondo nuovo che lo lascia estraneo e verso il quale si allontana, simbolicamente, nel buio di un vicolo.

La Visione di Visconti e la Focalizzazione Narrativa

Luchino Visconti, nel suo adattamento cinematografico de "Il Gattopardo", utilizza una focalizzazione esterna per narrare gli eventi, ma riesce a catturare efficacemente il punto di vista interiore del protagonista, Don Fabrizio Salina. Il regista esprime la visione aristocratica del principe sulla società in trasformazione, rendendo lo spettatore partecipe di tale prospettiva. Sequenze chiave, come la scoperta del cadavere di un soldato o il trasferimento a Donnafugata, permettono di passare da una narrazione oggettiva a una soggettiva, offrendo una visione intima del mondo attraverso gli occhi del principe. Il film esplora il contrasto tra l'aristocrazia e la borghesia emergente, sottolineando le differenze culturali e stilistiche tra questi due strati sociali.

Simbolismi e Tematiche nel Film

Il film "Il Gattopardo" è intriso di simbolismi e tematiche che riflettono il passaggio da un'epoca all'altra. Visconti fa uso dello specchio come metafora della riflessione interiore di Salina, che vede in Tancredi il proprio giovane sé. Il ballo rappresenta un momento di svolta, dove il principe si confronta con la bellezza di Angelica e con la consapevolezza del declino aristocratico. La conclusione del film vede il principe contemplare un quadro che simboleggia "La morte del giusto", prefigurando la sua accettazione della fine di un'era e l'inizio di una nuova.

L'Epilogo e il Legame con le Arti Figurative

Nell'epilogo, Visconti stabilisce un collegamento con le arti figurative attraverso il quadro "La morte del giusto" di Greuze, davanti al quale il principe riflette sulla propria mortalità. La presenza di Tancredi e Angelica accanto al quadro simboleggia la continuità della vita e la bellezza giovanile. Il regista crea un contrasto tra la fine di un'epoca e la promessa di un nuovo inizio, con il principe che, invocando la stella Venere, si allontana nell'oscurità, lasciando lo spettatore a meditare sulle inevitabili trasformazioni sociali e storiche.

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