Teorie naturalistiche sull'origine del linguaggio
Le teorie naturalistiche sull'origine del linguaggio umano sono molteplici e variegate. La Teoria "Bow-Wow" di Jespersen, ad esempio, propone che il linguaggio sia nato dall'imitazione dei suoni naturali, come suggerisce la presenza di termini onomatopeici in molte lingue. Tuttavia, questa teoria non riesce a spiegare la creazione di parole per concetti astratti o oggetti privi di suoni caratteristici. Un'altra teoria, la "Pooh-Pooh", suggerisce che il linguaggio sia derivato dai suoni emessi in risposta a emozioni intense. Anche questa teoria, però, non riesce a rendere conto della complessità e della varietà dei suoni linguistici.L'importanza dell'interazione sociale e dell'evoluzione fisica
La Teoria dell'"Oh-Ouch" ipotizza che l'origine del linguaggio sia da ricercarsi nelle interazioni sociali, con i suoni emessi durante le attività comuni che avrebbero funto da primi segnali comunicativi. Questa teoria enfatizza il ruolo cruciale dell'interazione sociale nello sviluppo del linguaggio, ma non spiega perché altre specie altamente sociali non abbiano sviluppato sistemi linguistici comparabili. Inoltre, l'evoluzione fisica dell'uomo, come il passaggio alla bipedalità, ha comportato modifiche anatomiche che hanno favorito la produzione del linguaggio parlato, come la posizione della laringe e la conformazione della faringe, che hanno permesso l'articolazione di un'ampia gamma di suoni.L'evoluzione del cervello e la fabbricazione di utensili
L'ipotesi che collega lo sviluppo del linguaggio con la fabbricazione di utensili suggerisce che l'uso delle mani e la manipolazione di oggetti abbiano giocato un ruolo chiave. Circa due milioni di anni fa, l'abilità nell'uso di utensili ha indicato la presenza di un cervello capace di elaborare funzioni motorie e cognitive complesse. La lateralizzazione del cervello, con funzioni specializzate in ciascun emisfero, potrebbe indicare un legame tra la manipolazione di oggetti e le capacità linguistiche. Studi recenti hanno mostrato che le aree cerebrali coinvolte in queste funzioni sono vicine tra loro, suggerendo che potrebbero essersi sviluppate simultaneamente attraverso circuiti neurali condivisi.La ricerca del "gene del linguaggio"
La ricerca sulle basi genetiche del linguaggio ha portato alcuni scienziati a indagare l'esistenza di un "gene del linguaggio" specifico dell'essere umano. L'ipotesi dell'innatismo linguistico sostiene che il linguaggio possa derivare da mutazioni genetiche che hanno prodotto un cervello più grande e complesso. Questo approccio si concentra meno sulle prove fossili e più sulla genetica, cercando di identificare i meccanismi ereditari che potrebbero spiegare la capacità innata di acquisire e utilizzare il linguaggio, come evidenziato dall'apprendimento spontaneo della lingua dei segni da parte dei bambini sordi.