La Questione Meridionale riflette il divario socio-economico tra il Nord e il Sud Italia, originato post-Unità. Critici come Villari e Fortunato hanno analizzato le politiche che hanno esacerbato le differenze, mentre iniziative come la Cassa per il Mezzogiorno hanno cercato di mitigarle. Oggi, il meridionalismo cerca nuove soluzioni per il rilancio del Sud.
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Dopo l'Unità d'Italia, le politiche post-unitarie non riuscirono ad integrare adeguatamente il Mezzogiorno nel contesto nazionale, esacerbando le differenze già esistenti tra le due aree
Prima dell'unificazione, la consapevolezza dei problemi specifici del Sud era limitata nel Centro-Nord
L'inchiesta parlamentare Massari del 1863 e le "Lettere meridionali" di Pasquale Villari nel 1875 furono tra i primi contributi alla riflessione critica sulle condizioni del Mezzogiorno, evidenziando le cause socio-economiche del divario Nord-Sud e la necessità di riforme e interventi statali per risolvere la questione
Giustino Fortunato, nel 1879, evidenziò il fallimento delle politiche di vendita delle terre demaniali, che anziché favorire la nascita di una classe di piccoli proprietari, rafforzarono il potere della grande borghesia latifondista
Attraverso il controllo delle elezioni amministrative, la classe dirigente del Sud consolidò la propria egemonia politica e fondiaria
Guido Dorso, nel suo "La rivoluzione meridionale" (1925), criticò la borghesia terriera del Sud per non aver promosso un'evoluzione del sistema produttivo agricolo, perpetuando così le strutture economiche arretrate
Gli storici hanno dibattuto sugli effetti delle politiche liberali post-unitarie sul Mezzogiorno, con alcune che favorirono lo sviluppo industriale del Nord ma penalizzarono il Sud, meno industrializzato
Secondo Rosario Romeo e altri storici, l'industrializzazione del Nord era essenziale per il rafforzamento dell'economia nazionale e avrebbe dovuto essere il preludio alla modernizzazione del Sud
Nonostante gli sforzi di Cesare Mori contro la mafia, durante il regime fascista il divario tra Nord e Sud si ampliò, con progressi economici e sociali nel Meridione che rimasero limitati
Il secondo dopoguerra fu caratterizzato da una massiccia emigrazione dal Sud verso il Nord Italia e l'estero
Con l'avvento della Repubblica Italiana, furono messe in atto politiche di riforma agraria e di intervento straordinario per l'industrializzazione e lo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno
La Cassa per il Mezzogiorno, istituita nel 1950, contribuì significativamente alla riduzione delle disparità economiche tra Nord e Sud negli anni '60 e '70
A partire dagli anni '80, si è sviluppato un atteggiamento critico nei confronti degli interventi straordinari e della Cassa per il Mezzogiorno, a causa della crisi dei settori produttivi tradizionali e di episodi di corruzione
Il "maxiprocesso" di Palermo contro la mafia negli anni '80 ha evidenziato la necessità di strategie di contrasto più efficaci
La crisi economica del 2008 ha ulteriormente accentuato il divario Nord-Sud, stimolando un rinnovato interesse per il meridionalismo e richiedendo una maggiore efficienza amministrativa, il sostegno all'imprenditoria locale e un migliore utilizzo degli investimenti europei per lo sviluppo regionale
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