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La nascita dello Stato totalitario fascista in Italia segna un periodo di profondi cambiamenti sotto la guida di Benito Mussolini. Dopo la marcia su Roma, il fascismo permeò la società con ideologie monolitiche, sopprimendo le libertà e instaurando politiche di controllo. La repressione delle opposizioni, l'indottrinamento attraverso l'educazione e i media, le politiche familiari e demografiche e i rapporti con la Chiesa cattolica furono aspetti fondamentali di questo regime.
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Il fascismo, guidato da Benito Mussolini, prese il potere in Italia dopo la marcia su Roma del 1922
Creazione di un consenso monolitico
Il regime fascista cercò di ottenere un consenso unanime verso il Partito Nazionale Fascista attraverso l'imposizione di un'ideologia totalitaria
Creazione dell'"uomo nuovo" fascista
Il regime fascista mirava a creare un nuovo tipo di uomo attraverso l'uso di simboli, rituali e politiche che miravano a un controllo totale della popolazione
Soppressione delle libertà civili e politiche
Il regime fascista limitò le libertà civili e politiche dei cittadini, eliminando il pluralismo e imponendo un controllo totale sulla popolazione
Uso di organizzazioni di massa e propaganda
Il regime fascista utilizzò organizzazioni di massa e propaganda per diffondere la sua ideologia e controllare la popolazione
Dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1924, il regime fascista repressero le opposizioni politiche con l'emanazione delle "leggi fascistissime"
Il Codice Rocco rafforzò il controllo dello Stato sulla giustizia, limitando le garanzie processuali e subordinando i magistrati al potere esecutivo
Il regime fascista colpì soprattutto i partiti di sinistra con arresti, confini e censura, incluso l'incarcerazione e la morte in prigione di Antonio Gramsci
Il regime fascista utilizzò simboli e rituali per promuovere la sua ideologia e creare un senso di appartenenza alla nazione
Creazione dell'Albo dei giornalisti e del Ministero della Cultura Popolare
Il regime fascista istituì l'Albo dei giornalisti e il Ministero della Cultura Popolare per garantire che i media riflettessero la linea del regime
Le "veline" e la propaganda
Il regime fascista utilizzò le "veline" come direttive giornalistiche obbligatorie e sfruttò il cinema e la radio per diffondere la propaganda fascista
La riforma Gentile ristrutturò il sistema scolastico per promuovere i valori del regime fascista
L'Opera Nazionale Balilla e i Gruppi Universitari Fascisti
L'Opera Nazionale Balilla e i Gruppi Universitari Fascisti inculcavano nei giovani i principi del nazionalismo e del militarismo
L'Opera Nazionale Dopolavoro
L'Opera Nazionale Dopolavoro organizzava il tempo libero dei lavoratori per promuovere l'ideologia fascista
L'ideale della donna come madre e moglie
Il regime fascista promuoveva l'immagine della donna come madre e moglie, considerata essenziale per la forza della nazione
Incentivi per le famiglie numerose
Il regime fascista istituì incentivi per le famiglie con molti figli, come il "premio della natalità"
I Patti Lateranensi risolsero la "questione romana" e formalizzarono il rapporto tra il regime fascista e la Chiesa cattolica
Il Concordato garantiva il sostegno della Chiesa al regime fascista e riconosceva il cattolicesimo come religione di Stato
Il regime fascista introdusse l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche per rafforzare il legame tra fascismo e Chiesa