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L'evoluzione del codice penale italiano è un viaggio attraverso le epoche storiche che hanno segnato il paese, dalla codificazione post-unitaria con il Codice Zanardelli fino alle riforme del Codice Rocco. Questo percorso riflette i cambiamenti sociali e le ideologie che hanno influenzato la legislazione penale, inclusi i principi di legalità, precisione e irretroattività delle leggi penali.
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Dopo l'unificazione dell'Italia, il codice penale sabaudo del 1839 fu esteso a tutta la nazione
Nel 1889, il Codice Zanardelli introdusse una normativa penale unificata
Il Codice Rocco, entrato in vigore nel 1931, rappresentò un'opera di consolidamento e aggiornamento del diritto penale italiano
La Parte generale stabilisce i principi e le definizioni applicabili a tutti i reati
La Parte speciale elenca e descrive i singoli reati
Esistono leggi penali speciali che regolamentano materie non coperte dal codice stesso
Il principio di legalità assicura che nessuna persona possa essere punita se non in base a una legge che preveda espressamente il fatto come reato e la pena corrispondente
Il principio di precisione impone che le norme penali siano formulate in modo chiaro e univoco per evitare interpretazioni arbitrarie
Il principio di determinatezza richiede che i fatti incriminati siano descritti in modo tale da essere oggettivamente identificabili e provabili
Il principio di tassatività vieta l'applicazione analogica delle norme penali in senso sfavorevole all'imputato
Il principio di retroattività della legge più mite implica che nessuno può essere punito sulla base di una legge entrata in vigore dopo il fatto commesso, se non quando la nuova legge è più favorevole all'imputato