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L'etica kantiana e l'imperativo categorico rappresentano il fulcro della 'Critica della Ragion Pratica'. Kant propone una morale basata sull'autonomia e l'autolegislazione, rifiutando le concezioni etiche empiriche e sostenendo principi universali e immutabili. La sua visione include la libertà, l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio come postulati fondamentali per l'agire morale.
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Kant esplora la natura della morale, differenziandosi dalle teorie etiche basate sull'esperienza sensoriale
Kant pone domande essenziali come "Cosa devo fare?", "Cosa posso sperare?" e "Cosa è giusto?" per esplorare la natura della morale
Kant sottolinea i limiti di un'etica fondata sui sensi, incapace di stabilire principi morali oggettivi e universali
Kant critica le concezioni morali basate sull'eteronomia, ovvero dipendenti da fattori esterni all'individuo
Le concezioni oggettive si dividono in interne, basate sulla ragione, e esterne, basate sulla volontà divina
Le concezioni soggettive si dividono in esterne, basate sull'educazione o il governo, e interne, basate sul sentimento fisico o morale
Kant distingue tra massime, principi d'azione soggettivi, e imperativi, comandi oggettivi e universali
L'imperativo categorico, principio centrale dell'etica kantiana, stabilisce che le azioni devono essere compiute secondo la massima che si desidererebbe diventasse una legge universale
Kant affronta il concetto di sommo bene, unione tra massima felicità e massima moralità, e il problema della disgiunzione tra virtù e felicità
L'imperativo categorico richiede di agire secondo la massima che si possa volere diventasse una legge universale
L'imperativo categorico richiede di trattare l'umanità sempre come un fine e mai come un mezzo
L'imperativo dell'autonomia afferma che ogni essere razionale deve agire come se la propria massima dovesse servire da legge universale per un regno dei fini
Kant considera la libertà come prerequisito per l'agire morale
Kant sostiene che l'immortalità dell'anima consente la ricerca del sommo bene in un'esistenza infinita
Kant afferma che l'esistenza di Dio assicura l'unione di felicità e virtù nell'aldilà
Kant introduce una "seconda rivoluzione copernicana" in etica, sostenendo che la giustizia è radicata nell'interiorità dell'individuo
Kant preferisce il teismo come fondamento di un ordine morale universale
Kant considera il cristianesimo come l'espressione più completa di una visione teistica
Kant valuta la moralità come più importante del successo terreno, ponendo il santo al di sopra del genio
Kant critica l'utilitarismo, sostenendo che la giustizia deve essere perseguita indipendentemente dalle conseguenze