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Vilfredo Pareto, economista e sociologo, ha influenzato la visione della politica con la sua teoria scientifica. Critico del positivismo, introduce concetti come azioni logiche/non logiche, residui e derivazioni, e la circolazione delle élite.
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Pareto era critico nei confronti di coloro che depositavano una fiducia incondizionata nella scienza come mezzo per il progresso sociale
Pareto sosteneva l'importanza di una sociologia che adottasse un approccio logico-sperimentale, basato sull'osservazione rigorosa dei fatti
Pareto manteneva una netta separazione tra i risultati scientifici e il loro potenziale impatto sociale
Nato nel 1848 a Parigi da una famiglia di origini italo-francesi, Vilfredo Pareto fu un fervente difensore del liberalismo economico
Pareto tentò di entrare in politica candidandosi al parlamento italiano, ma successivamente divenne professore di economia politica all'Università di Losanna
Con il passare degli anni, Pareto ampliò i suoi interessi alla sociologia, convinto che l'economia da sola non potesse spiegare tutti gli aspetti del comportamento umano
Pareto osservò con una certa ambivalenza l'ascesa del fascismo, mostrando interesse per alcuni aspetti del movimento pur mantenendo una posizione critica
Pareto era fermamente convinto che l'irrazionalità giocasse un ruolo centrale nelle azioni umane, superando spesso la razionalità
Pareto introduceva i concetti di "residui" e "derivazioni" per analizzare le motivazioni umane
Pareto distingueva tra azioni logiche e non logiche, sottolineando l'importanza di comprendere queste ultime per comprendere la società
Pareto esaminava la struttura sociale attraverso il concetto di "circolazione delle élite", sostenendo che in ogni ambito della vita sociale esistesse un'élite costituita dagli individui più dotati e capaci