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La successione di Augusto e l'ascesa di Tiberio segnano l'inizio della dinastia giulio-claudia. Governando dal 14 al 37 d.C., Tiberio enfatizzò la prudenza e il consolidamento dell'Impero, nonostante la crescente paranoia che caratterizzò i suoi ultimi anni. La sua politica di diffidenza e repressione influenzò profondamente la storia romana.
Dopo la morte di Augusto, l'Impero Romano si trovò senza un sistema ereditario definito per stabilire un successore
Lucio e Gaio Cesare
I nipoti di Augusto, Lucio e Gaio Cesare, erano stati designati come suoi successori ma morirono prematuramente
Tiberio
Tiberio, figlio della terza moglie di Augusto, fu adottato e preparato dallo stesso Augusto per diventare imperatore
Dopo la morte di Augusto, il Senato romano ratificò la scelta di Tiberio come suo successore, segnando l'inizio della dinastia giulio-claudia
Tiberio governò l'Impero Romano con prudenza e conservatorismo, caratterizzando il suo principato per una gestione attenta delle finanze e un rafforzamento delle frontiere
Nonostante la stabilità politica e l'efficienza amministrativa del suo impero, il principato di Tiberio fu segnato da un clima di diffidenza e paranoia, che lo portarono a ritirarsi a Capri negli ultimi anni del suo regno
La diffidenza di Tiberio nei confronti dell'aristocrazia senatoria e la sua tendenza a concentrare il potere nelle mani di pochi fedeli, come il prefetto del pretorio Seiano, alimentarono tensioni e complotti durante il suo regno