La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto globale scaturito da tensioni come la rivalità imperialistica, la corsa agli armamenti e il nazionalismo. L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando e il sistema di alleanze rigido contribuirono all'escalation che portò allo scoppio della guerra. Il patriottismo iniziale e le divisioni nel movimento socialista evidenziarono la complessità della risposta sociale e politica.
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Le potenze europee si contendevano il controllo dei territori coloniali e la supremazia navale, portando ad una competizione per affermare la propria potenza
Nel primo decennio del XX secolo, le potenze europee aumentarono gli investimenti in armamenti, in particolare tra Gran Bretagna e Germania
Le alleanze preesistenti tra le potenze europee, come la Triplice Intesa e la Triplice Alleanza, contribuirono ad una reazione a catena che portò alla guerra
L'omicidio dell'arciduca a Sarajevo fu il pretesto per l'Austria-Ungheria di dichiarare guerra alla Serbia, innescando una serie di dichiarazioni di guerra tra le alleanze
L'ambiente politico e culturale dell'epoca era permeato da un'ideologia militarista e bellicista, che esaltava la guerra come mezzo per affermare l'onore e il destino nazionale
L'inizio della guerra fu accolto con un'ondata di patriottismo e nazionalismo, che temporaneamente unì le nazioni e mise a tacere le divisioni interne
Il movimento socialista, precedentemente pacifista, si trovò diviso di fronte alla guerra, con la maggior parte dei partiti socialisti che votarono a favore dei finanziamenti bellici
La scelta dei partiti socialisti di sostenere la guerra portò alla dissoluzione della Seconda Internazionale e alla predominanza della lealtà nazionale sull'internazionalismo
Nonostante la predominanza del nazionalismo, alcuni pacifisti come il socialista francese Jean Jaurès si opposero alla guerra, ma furono assassinati per il loro impegno