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L'amicizia tra Giacomo Leopardi e Pietro Giordani emerge come un faro di speranza nella vita del poeta, segnata dalla noia e dalla malinconia di Recanati. La loro corrispondenza rivela il bisogno di evasione di Leopardi e la sua lotta contro l'infelicità, temi che preludono alle riflessioni universali delle 'Operette morali'.
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Leopardi desidera trovare una persona con grande cuore, ingegno e cultura con cui instaurare un rapporto di amicizia
Amicizia e punto di riferimento culturale
Giordani diventa per Leopardi un amico e un punto di riferimento culturale
Fonte di conforto
Giordani è un ascoltatore attento e dispensatore di saggi consigli per Leopardi
Leopardi descrive la sua vita a Recanati come una prigione dominata da una "nera orrenda barbara malinconia"
Il clima di Recanati contribuisce al disagio fisico e spirituale di Leopardi
Lo studio, che rappresenta un rifugio per Leopardi, diventa paradossalmente la causa del suo declino fisico
Leopardi desidera interrompere il suo assiduo studio con distrazioni mondane
Leopardi anela a un mondo che, pur potendo essere illusorio, gli permetta di dimenticare temporaneamente le sue preoccupazioni
L'ambiente privo di stimoli di Recanati spinge Leopardi a ritirarsi ancor più in se stesso, aggravando il suo stato di infelicità