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L'Italia post-unitaria e le riforme della Destra storica hanno segnato un'epoca di modernizzazione e tensioni sociali. L'ampliamento della rete ferroviaria, le politiche fiscali e il brigantaggio nel Sud, l'annessione di Roma e le relazioni con il papato sono stati momenti chiave.
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La Destra storica era una coalizione politica composta da liberali moderati, aristocrazia e alta borghesia che aveva appoggiato la monarchia sabauda
Dopo l'Unità d'Italia, la Destra storica assunse il potere e guidò il Paese fino al 1876
La Destra storica promosse un processo di piemontesizzazione, estendendo il sistema legislativo e amministrativo del Regno di Sardegna a tutta la nazione
La Destra storica promosse un'opera di modernizzazione che includeva l'ampliamento della rete ferroviaria, lo stimolo al commercio e la lotta all'analfabetismo
Le politiche di modernizzazione comportarono significativi costi sociali, come l'aumento delle imposte sui beni di prima necessità e l'introduzione del servizio militare obbligatorio
Nel Sud Italia, il brigantaggio si configurò come una forma di resistenza sociale contro il nuovo Stato unitario, aggravando le condizioni di povertà e arretratezza della popolazione
Dopo l'Unità d'Italia, il Veneto, il Trentino e la Venezia Giulia erano ancora sotto il dominio austriaco, mentre Roma e il Lazio facevano parte dello Stato pontificio
L'alleanza con la Prussia di Bismarck permise all'Italia di partecipare alla Terza guerra d'indipendenza nel 1866
Dopo la vittoria prussiana, l'Italia riuscì ad annettere il Veneto e, nel 1870, Roma e il Lazio, proclamata capitale del Regno d'Italia