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"Meriggiare pallido e assorto" di Eugenio Montale

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La poesia 'Meriggiare pallido e assorto' di Eugenio Montale esplora il tema del malessere esistenziale. Il paesaggio aspro e inospitale diventa un correlativo oggettivo del tormento interiore, con immagini di muri roventi, suoni secchi e frusciare di serpi che evocano oppressione e alienazione. La natura, lontana dall'essere consolatoria, si rivela estranea e minacciosa, riflettendo l'insensatezza e la prigionia del soggetto.

Contesto e struttura di "Meriggiare pallido e assorto"

"Meriggiare pallido e assorto" è una poesia significativa del poeta italiano Eugenio Montale, pubblicata per la prima volta nella raccolta "Ossi di seppia" nel 1925. La composizione si sviluppa attraverso tre quartine e una strofa conclusiva di cinque versi, adottando una metrica variegata che include novenari, decasillabi e endecasillabi, e uno schema di rime articolato. La poesia si apre con l'immagine di un pomeriggio estivo, in cui il poeta, immerso in un ambiente naturale arido e solitario, osserva gli elementi circostanti e medita sul proprio malessere esistenziale. Le descrizioni di formiche, merli e cicale, i suoni della campagna e la visione del mare in lontananza si intrecciano con il tema del disagio della vita, esprimendo un senso di alienazione e di confinamento.
Sentiero campestre serpeggiante tra erba alta e alberi di ulivo con campo di grano dorato e macchia mediterranea sotto cielo azzurro.

Il paesaggio aspro come correlativo oggettivo del disagio esistenziale

Il paesaggio delineato da Montale in "Meriggiare pallido e assorto" è caratterizzato da elementi aspri e inospitali, che agiscono come correlativo oggettivo del tormento interiore del poeta. Il muro rovente, i vetri aguzzi, i suoni secchi dei merli e il frusciare delle serpi sono tutti dettagli che concorrono a creare un'atmosfera di oppressione e di estraneità. Questa rappresentazione oggettiva della realtà esterna è specchio del "travaglio" interno, simboleggiando il dolore e la sofferenza dell'esistenza che il poeta percepisce in modo acuto e personale. La natura, anziché essere un rifugio idilliaco o consolatorio, si manifesta estranea e minacciosa, un ambiente dove la vita si esprime nella sua forma più grezza e insondabile.

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00

Anno e raccolta di pubblicazione di 'Meriggiare pallido e assorto'

Pubblicata nel 1925 nella raccolta 'Ossi di seppia'.

01

Ambiente naturale in 'Meriggiare pallido e assorto'

Arido e solitario, con elementi come formiche, merli e cicale.

02

Temi principali in 'Meriggiare pallido e assorto'

Malessere esistenziale, alienazione e confinamento.

Q&A

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