L'organizzazione del nuovo Stato italiano e la Destra storica: un periodo di sfide politiche, economiche e sociali, con figure come Ricasoli e Minghetti. L'accentramento amministrativo, le politiche economiche e il pareggio di bilancio furono cruciali per l'unificazione legislativa e lo sviluppo del paese.
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La Destra storica si basava su principi di liberalismo politico, liberismo economico, sostegno alla monarchia e separazione tra Stato e Chiesa, con l'obiettivo di consolidare le istituzioni statali e promuovere un senso di identità nazionale
Bettino Ricasoli
Dopo la morte di Cavour, Bettino Ricasoli fu uno dei leader della Destra storica, impegnato nella sfida di unificare le diverse realtà territoriali e istituzionali del paese
Quintino Sella
Quintino Sella fu un altro importante esponente della Destra storica, impegnato nella promozione di politiche economiche e sociali per lo sviluppo del paese
La Sinistra storica, formata da esponenti democratici e repubblicani, rappresentava l'opposizione parlamentare alla Destra storica, criticando il suo approccio conservatore e elitario
Dopo l'unificazione, lo Statuto albertino, costituzione del Regno di Sardegna, fu esteso a tutti i nuovi territori, insieme alla legge elettorale piemontese
Nel 1865 furono adottati codici civili, commerciali e di procedura penale e civile, ispirati a quelli sabaudi, mentre il codice penale mantenne la base del codice toscano
La legge Casati, che estendeva l'obbligo e la gratuità dell'istruzione elementare per i primi due anni, fu applicata in maniera disomogenea, contribuendo a perpetuare le disparità regionali nell'accesso all'educazione
La scelta dell'accentramento fu considerata necessaria per garantire la coesione e la stabilità del giovane Stato, con il prefetto come figura centrale del sistema
Nel Mezzogiorno, il malcontento delle masse contadine si tradusse in agitazioni sociali e in un fenomeno di brigantaggio, rappresentando una delle maggiori sfide alla stabilità del nuovo Stato
La Destra storica perseguì l'obiettivo dell'unificazione economica attraverso la rimozione delle barriere doganali interne e la promozione di una politica di libero scambio
La lira piemontese fu adottata come valuta nazionale, contribuendo a favorire alcune regioni agricole del Nord ma penalizzando l'industria nascente
Gli investimenti in infrastrutture, come la costruzione di reti ferroviarie e l'ammodernamento dei servizi postali e telegrafici, furono essenziali per il futuro sviluppo economico e industriale del paese
I primi governi del Regno d'Italia si trovarono ad affrontare una situazione finanziaria difficile, ereditando debiti dai precedenti Stati preunitari e sostenendo costi elevati per la realizzazione di infrastrutture e per le spese belliche del Risorgimento
Per raggiungere il pareggio di bilancio, furono necessari un rigido controllo delle spese pubbliche, la privatizzazione di beni dello Stato e l'introduzione di nuove tasse, alcune delle quali gravarono pesantemente sulle classi popolari
Nonostante le difficoltà e i sacrifici richiesti, il pareggio di bilancio fu raggiunto nel 1875, contribuendo a rafforzare la credibilità finanziaria dell'Italia sul piano internazionale
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