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L'Italia post-unitaria

L'organizzazione del nuovo Stato italiano e la Destra storica: un periodo di sfide politiche, economiche e sociali, con figure come Ricasoli e Minghetti. L'accentramento amministrativo, le politiche economiche e il pareggio di bilancio furono cruciali per l'unificazione legislativa e lo sviluppo del paese.

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1

La morte di Cavour nel ______ creò un vuoto di potere che fu riempito da figure come ______ e ______.

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1861 Bettino Ricasoli Marco Minghetti

2

Composizione Sinistra storica

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Democratici e repubblicani, oppositori della Destra storica.

3

Critica al sistema politico dell'epoca

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Dominato da scontri personali, mancanza di partiti strutturati.

4

Esclusione classi popolari

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Popolazione poco rappresentata in politica, divario con classe dirigente.

5

Il ______ albertino fu adottato come costituzione in tutto il nuovo Regno d'Italia.

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Statuto

6

Nel 1865, il Regno d'Italia introdusse codici civili e commerciali basati su quelli ______.

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sabaudi

7

Il codice penale del nuovo Regno d'Italia mantenne le fondamenta del codice ______.

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toscano

8

La legge ______ mirava a rendere obbligatoria e gratuita l'istruzione elementare per i primi due anni.

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Casati

9

L'applicazione disomogenea della legge sull'istruzione ha contribuito a mantenere le ______ regionali.

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disparità

10

Ruolo del prefetto nell'accentramento

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Rappresentante del governo, controllo sulle amministrazioni locali.

11

Cause del malcontento nel Mezzogiorno

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Nuove imposte, leva obbligatoria, condizioni contadini.

12

Conseguenze del brigantaggio post-unitario

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Guerriglia sanguinosa fino al 1865, sfida alla stabilità dello Stato.

13

La moneta nazionale adottata dall'Italia durante l'unificazione economica fu la ______ piemontese.

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lira

14

Per favorire lo sviluppo economico, l'Italia adottò una politica di ______ scambio.

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libero

15

Le scelte economiche dell'epoca beneficiarono le regioni agricole del ______ ma danneggiarono l'industria emergente.

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Nord

16

Gli investimenti nelle infrastrutture, come la costruzione di ______ ferroviarie, furono cruciali per lo sviluppo del paese.

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reti

17

L'ammodernamento dei servizi ______ e telegrafici fu essenziale per il progresso economico e industriale dell'Italia.

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postali

18

Situazione finanziaria iniziale Regno d'Italia

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Debiti ereditati da Stati preunitari, costi per infrastrutture e spese belliche del Risorgimento.

19

Privatizzazione beni Stato

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Vendita di proprietà statali per ridurre il deficit e finanziare il bilancio.

20

Tassa sul macinato

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Imposta gravosa per le classi popolari, introdotta per aumentare le entrate fiscali.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La Destra storica e l'organizzazione del nuovo Stato italiano

Nel periodo successivo all'unificazione italiana, il potere fu assunto dalla Destra storica, una corrente politica di liberali moderati che proseguiva l'opera di Camillo Benso, conte di Cavour, basata su principi di liberalismo politico, liberismo economico, sostegno alla monarchia e separazione tra Stato e Chiesa. La prematura scomparsa di Cavour nel 1861 lasciò un vuoto di leadership che fu colmato da eminenti personalità politiche quali Bettino Ricasoli, Quintino Sella, Alfonso La Marmora e Marco Minghetti. Questi statisti si trovarono di fronte alle complesse sfide di unificare le diverse realtà territoriali e istituzionali del paese, consolidando le istituzioni statali e promuovendo un senso di identità nazionale tra le popolazioni.
Sala parlamentare italiana post-unitaria con banchi semicircolari, uomini in abiti d'epoca e candelabro in ferro battuto.

L'opposizione della Sinistra storica e la politica interna

La Sinistra storica, formata da esponenti democratici e repubblicani, rappresentava l'opposizione parlamentare alla Destra storica. Sebbene condividesse l'obiettivo di riformare lo Stato, la Sinistra criticava l'approccio conservatore e elitario della Destra. La classe dirigente dell'epoca era ristretta e culturalmente omogenea, e la politica tendeva a essere dominata da scontri personali piuttosto che da confronti tra partiti strutturati. Questo fenomeno contribuiva ad allargare il divario tra la classe dirigente e le classi popolari, che rimanevano largamente escluse dalla vita politica e dalla rappresentanza parlamentare.

L'unificazione legislativa e l'ordinamento scolastico

Uno degli obiettivi primari del nuovo Regno d'Italia fu l'unificazione legislativa. Lo Statuto albertino, la costituzione del Regno di Sardegna, fu esteso a tutti i nuovi territori, così come la legge elettorale piemontese. Nel 1865, furono adottati codici civili, commerciali e di procedura penale e civile ispirati a quelli sabaudi, mentre il codice penale mantenne la base del codice toscano. L'istruzione divenne un altro ambito di intervento prioritario: la legge Casati, che estendeva l'obbligo e la gratuità dell'istruzione elementare per i primi due anni, fu applicata in maniera disomogenea, contribuendo a perpetuare le disparità regionali nell'accesso all'educazione.

L'accentramento amministrativo e il malessere del Sud

Il dibattito sull'organizzazione amministrativa dello Stato si risolse con la scelta dell'accentramento, percepito come necessario a garantire la coesione e la stabilità del giovane Stato. Il prefetto, rappresentante del governo centrale, divenne la figura centrale di questo sistema, esercitando un controllo diretto sulle amministrazioni locali. Nel Mezzogiorno, il malcontento delle masse contadine, esacerbato da nuove imposte e dalla leva obbligatoria, si tradusse in agitazioni sociali che si sovrapposero al fenomeno del brigantaggio. Questa situazione degenerò in una guerriglia sanguinosa che perdurò fino al 1865, rappresentando una delle maggiori sfide alla stabilità del nuovo Stato.

Le politiche economiche della Destra storica

La Destra storica perseguì l'obiettivo dell'unificazione economica attraverso la rimozione delle barriere doganali interne e l'armonizzazione del sistema fiscale e monetario. La lira piemontese fu adottata come valuta nazionale e si promosse una politica di libero scambio. Queste scelte favorirono alcune regioni agricole del Nord, ma penalizzarono l'industria nascente, che si trovava a competere con prodotti esteri. Gli investimenti in infrastrutture, come la costruzione di reti ferroviarie e l'ammodernamento dei servizi postali e telegrafici, furono essenziali per il futuro sviluppo economico e industriale del paese.

La politica fiscale e il pareggio di bilancio

I primi governi del Regno d'Italia si trovarono ad affrontare una situazione finanziaria difficile, ereditando debiti dai precedenti Stati preunitari e sostenendo costi elevati per la realizzazione di infrastrutture e per le spese belliche del Risorgimento. Per raggiungere il pareggio di bilancio, fu necessario un rigido controllo delle spese pubbliche, la privatizzazione di beni dello Stato e l'introduzione di nuove tasse, alcune delle quali, come la tassa sul macinato, gravarono pesantemente sulle classi popolari. Nonostante le difficoltà e i sacrifici richiesti, il pareggio di bilancio fu raggiunto nel 1875, un risultato che contribuì a rafforzare la credibilità finanziaria dell'Italia sul piano internazionale.