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La crisi dell'Impero Romano e l'ascesa dei Visigoti segnano l'inizio del declino dell'Occidente. Pressioni esterne e interne, battaglie decisive come Adrianopoli e la politica religiosa di Teodosio I hanno influenzato profondamente la storia romana, culminando nella divisione dell'Impero e nell'ascesa dei regni barbarici.
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Nel IV secolo d.C., l'Impero Romano fu sottoposto a gravi pressioni sia interne che esterne, che ne accelerarono la crisi
Gli imperatori Graziano e Valente concessero ai Visigoti di insediarsi come foederati lungo il Danubio, portando a una parziale integrazione ma anche a tensioni crescenti
La ribellione dei Visigoti e la sconfitta e morte di Valente nella Battaglia di Adrianopoli nel 378 d.C. segnarono un punto di svolta nelle relazioni con i popoli barbarici
Dopo la morte di Valente, Teodosio I divenne imperatore nel 379 d.C. e cercò di ristabilire l'ordine attraverso trattati con i Visigoti e una politica di pacificazione con l'Impero Persiano
Nel 380 d.C., Teodosio dichiarò il Cristianesimo niceno religione di stato con l'Editto di Tessalonica, promuovendo l'unità religiosa ma anche la marginalizzazione delle pratiche pagane
Dopo la morte di Graziano nel 383 d.C., Teodosio divise l'Impero tra i figli Arcadio in Oriente e Onorio in Occidente, creando due entità separate con destini diversi
L'Impero Romano d'Occidente subì crescenti pressioni dai popoli barbarici, tra cui gli assedi dei Visigoti a Roma nel 410 d.C. e dei Vandali nel 455 d.C
Dopo la morte di Valentiniano III nel 455 d.C., l'Impero d'Occidente si frammentò in regni barbarici, segnando la fine simbolica dell'Impero Romano d'Occidente
Durante il regno di Giuliano, vi fu un tentativo di restaurare il paganesimo e ridimensionare il Cristianesimo, ma la politica di tolleranza religiosa ebbe vita breve e l'Impero continuò a essere governato da imperatori cristiani