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La provocatio ad populum era un meccanismo di difesa dei cittadini romani contro le sentenze capitali dei magistrati. Questo diritto, insieme ai comizi centuriati e alle quaestiones perpetuae, ha segnato l'evoluzione del sistema giudiziario romano, influenzando la prassi processuale e il ruolo della vittima nelle azioni legali.
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La provocatio ad populum era un diritto fondamentale nel diritto romano, che permetteva ai cittadini di appellarsi al popolo per contestare le decisioni dei magistrati che imponevano pene capitali o afflittive senza il consenso popolare
Lex Valeria e leggi successive
Introdotta con la lex Valeria nel 509 a.C., la provocatio fu riaffermata da successive leggi Valeriae, inclusa quella del 300 a.C
Limitazioni e inclusione
Questo istituto giuridico era un baluardo contro l'arbitrio dei magistrati, ma era riservato ai soli cittadini maschi adulti, escludendo donne, schiavi e minori
I comizi centuriati avevano la funzione di giudicare i casi più gravi, come quelli che implicavano la pena di morte o la perdita dello status di cittadino libero
Le leggi delle Dodici Tavole stabilivano che nessun cittadino potesse essere condannato a morte senza il verdetto dei comizi
I comizi centuriati avevano competenza per reati che comportavano multe superiori a un certo limite, come definito dalle leggi Aternia Tarpeia e Menenia Sextia del V secolo a.C., e successivamente aggiornato
I quaestores parricidii erano magistrati incaricati di indagare e perseguire i crimini più efferati, come l'omicidio, che era considerato un crimen publicum
Accusatori pubblici
Durante il processo comiziale, i quaestores parricidii svolgevano la funzione di accusatori pubblici
Ruolo del popolo
Il popolo, riunito nei comizi centuriati, emetteva la sentenza finale
Inquisitio
Il processo accusatorio prevedeva una fase preliminare di indagine, nota come inquisitio, durante la quale l'accusato doveva presentarsi davanti a una contio (assemblea) e fornire garanzie per la sua presenza al processo
Udienze e votazione
Le udienze erano pubbliche e, dopo un intervallo di tempo stabilito, si procedeva alla votazione finale
L'espansione territoriale di Roma e l'aumento della popolazione resero il processo comiziale sempre più difficile da gestire
Corte permanente
Nel II secolo a.C., si assistette all'istituzione delle quaestiones perpetuae, corti permanenti specializzate in determinate categorie di reati
Magistrati e giurie
Queste corti erano presiedute da magistrati come consoli o pretori, e le giurie erano composte da membri delle classi senatoria e equestre
La prima quaestio perpetua fu la lex Calpurnia de repetundis del 149 a.C., creata per processare i governatori provinciali accusati di estorsione
La vittima di un reato aveva il diritto di iniziare personalmente l'azione legale contro l'accusato, spesso assistita da un patrono (avvocato)
Postulatio
Il procedimento iniziava con la postulatio, la richiesta formale al magistrato competente (solitamente il pretore) di poter procedere con l'accusa
Nominis delatio
Seguiva la nominis delatio, l'atto di presentazione formale dell'accusa, che includeva un giuramento contro la calunnia
Questo sistema sottolinea l'importanza del diritto della vittima di ottenere giustizia e ha contribuito a plasmare il sistema giudiziario romano, influenzando la prassi processuale fino ai giorni nostri