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L'ingegneria romana ha lasciato un'eredità di strade, ponti, città ben pianificate e sistemi idrici avanzati. Le domus e le insulae riflettevano lo status sociale, mentre l'arte domestica rivela usanze e credenze dell'epoca.
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I Romani costruirono circa 400.000 chilometri di strade, utilizzando tecniche avanzate per garantirne la durata nel tempo
La Via Appia, costruita nel 312 a.C., collegava Roma al porto di Brindisi ed è uno degli esempi più noti della rete stradale romana
Le strade romane erano essenziali per l'espansione e la gestione dell'impero, facilitando il commercio e i movimenti militari
Utilizzando l'arco, i Romani costruirono ponti resistenti e duraturi che hanno resistito per millenni
Costruito nel I secolo d.C., il Ponte di Augusto e Tiberio a Rimini è un esempio della maestria romana nella costruzione di ponti
I ponti romani non solo facilitavano il commercio e i movimenti militari, ma rappresentavano anche simboli di potere e ingegno tecnico
Le città romane erano progettate secondo un piano regolatore che rifletteva l'ordine e l'efficienza dell'amministrazione imperiale
Il cardo e il decumano erano le due arterie principali che si incrociavano nel foro, facilitando l'orientamento, la distribuzione dei servizi e la difesa
Le mura cittadine, spesso rinforzate da torri e bastioni, proteggevano gli abitanti e demarcavano il confine urbano
Le domus erano residenze signorili, mentre le insulae erano edifici multifamiliari che ospitavano la classe media e i ceti più bassi
Le domus erano lussuosamente decorate e dotate di cortili interni, giardini e fontane, mentre le insulae erano spesso costruite in fretta e con materiali di qualità inferiore
La distinzione tra domus e insulae evidenzia le disparità sociali dell'epoca e l'importanza dell'abitazione come simbolo di status