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L'attraversamento del Rubicone da Giulio Cesare nel 49 a.C. fu l'evento scatenante della guerra civile romana. Questo gesto di sfida al Senato portò alla caduta della Repubblica e all'ascesa dell'Impero Romano. Le campagne militari di Cesare e le sue riforme amministrative, nonché il suo assassinio, sono momenti chiave di questo periodo storico.
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Con la famosa esclamazione "Alea iacta est", Cesare sfidò apertamente l'autorità del Senato romano e iniziò la guerra civile
La decisione strategica di Pompeo di ritirarsi in Grecia lasciò l'Italia nelle mani di Cesare, che approfittò della situazione per consolidare il suo potere
Approfittando dell'assenza di opposizione, Cesare si fece nominare console per l'anno 48 a.C., legittimando la sua posizione politica
Cesare dimostrò la sua competenza militare sconfiggendo le forze pompeiane in Spagna
Nella decisiva battaglia di Farsalo, Cesare inflisse una pesante sconfitta a Pompeo, che fuggì in Egitto dove fu assassinato
Dopo aver appoggiato Cleopatra e aver sconfitto le residue forze pompeiane, Cesare consolidò il suo potere a Roma
Durante il suo governo, Cesare attuò una serie di riforme volte a stabilizzare e migliorare l'amministrazione dello stato, come l'estensione della cittadinanza romana e la fondazione di colonie per i cittadini poveri
Cesare riformò il Senato, ampliandone il numero dei membri, e introdusse il calendario giuliano per correggere le discrepanze tra l'anno solare e l'anno civile
Cesare, dopo aver ottenuto la carica di dittatore a vita e i titoli di imperator e pater patriae, aveva un'autorità senza precedenti ma non riuscì a placare le tensioni politiche della Repubblica